Superata la soglia dei 50’000 morti e dei 110’000 feriti, la Striscia di Gaza sembra aver perso il conto. Negli scorsi giorni, diverse organizzazioni non governative hanno lanciato l’ennesimo grido d’allarme sulla mancanza di beni di base come acqua, cibo e farmaci. Le Nazioni Unite per bocca di Philippe Lazzarini hanno definito la Striscia una “zona di morte post-apocalittica“. In una Gaza dove da 50 giorni non entrano più aiuti, dove sopravvivono 2 milioni di palestinesi e con loro almeno 58 ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre 2023, Israele rimane intenzionato a colpire fino all’annientamento di Hamas. E intanto Hamas si dice disposto a cedere la Striscia a condizione di poter mantenere quel che resta dei suoi arsenali. Modem fa il punto della situazione prima di tutto umanitaria con:
PADRE CARLOS FERRERO, parrocchia di Gaza
MICHELE GIORGIO, giornalista, collaboratore RSI, Gerusalemme
DANIEL BETTINI, giornalista. caporedattore esteri a Yediot Ahronot, Tel Aviv
ALESSANDRO MIGLIORATI – responsabile della logistica per Emergency, Gaza
PAOLO PEZZATI, portavoce di Oxfam Italia
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