Da qualche giorno i contagi registrati e i morti diminuiscono in Ticino. E un segnale ancor più significativo che abbiamo (forse) superato il picco della pandemia è l’aumento dei posti letto vuoti nei reparti Covid-19. Da qualche giorno si registrano più malati dimessi che nuovi ricoveri.
Anche se autorità sanitarie e politiche ribadiscono con forza che non è però il momento di abbassare la guardia, c’è chi comincia (o meglio: chi deve cominciare) a pensare al dopo Coronavirus, evitando però assolutamente di esporre la popolazione a una possibile ondata di ritorno. E allora, cosa abbiamo imparato in queste settimane? Cosa sappiamo di più del virus? E come, e fino a che punto potremo di nuovo muoverci liberamente.
Non potremo ovviamente fare subito delle grigliate in compagnia, ma di che cosa occorre tener conto - dal punto di vista sanitario - nella strategia d’uscita? La “exit strategy” asiatica può insegnarci qualcosa? Oppure può essere d’aiuto, in futuro, il “modello veneto” con i suoi presidi territoriali radicati nella realtà, attenti alle emergenze e non solo alle necessità clinico-assistenziali? O ancora, quale efficacia attribuire alle quarantene, imposte o volontarie, e quale supporto possono dare i vari tipi di mascherine per permettere un rientro graduale alla normalità?
Ne discutiamo con:
Enos Bernasconi, responsabile del servizio malattie infettive dell'Ente Ospedaliero Cantonale
Andreas Cerny, direttore Epatocentro Ticino, specialista malattie infettive, professore all’Università di Berna
e in intervista registrata, Giorgio Merlani, medico cantonale
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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