Ogni edizione comporta due anni di lavoro, quasi mezzo milione di franchi senza contare il lavoro di decine e decine di volontari, oltre che degli artisti e di tutto il loro entourage. Ma quando la Biennale Bregaglia fa la sua comparsa, l’intera vallata sembra rinascere. E quest’anno il filo conduttore delle 12 opere realizzate dagli artisti è più che mai connesso con il territorio. Curata dalle due storiche dell’arte Bigna Guyer e Anna Vetsch, l’edizione 2022 è dedicata ai legami tra i villaggi della Bregaglia e a quelli con la storia e la natura.
Un tema dalle mille sfaccettature che ha ispirato opere site-specificity, ovvero intrinsecamente legate al luogo in cui vengono esposte. E così una vecchia casa disabitata da quasi un secolo torna a rivivere grazie ad una famiglia che ammicca dalle tele esposte sui muri anneriti; dalle fontane di Vicosoprano fluttua una figura nata dal racconto di un’anziana del borgo e un fienile in disuso ci riporta al tempo delle streghe con un’installazione multimediale e sensoriale. Queste sono solo alcune delle opere di arte moderna che fino alla fine di settembre saranno visitabili nell’ex capoluogo della Val Bregaglia. Ricchissimo il programma messo a punto dall’associazione Progetti d’arte in Val Bregaglia che ha coordinato la regia dell’evento in un modo impeccabile. (e nonostante la pandemia) il cui presidente Davide Fogliada ci ha fatto da cicerone in questa puntata dedicata interamente all’evento bregagliotto.
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