Le sfide del mondo del lavoro sono al centro di questa edizione. Difficoltà che in particolare riguardano la carenza di manodopera.
Se la pandemia ha dato un’accelerata alla diffusione del telelavoro, negli ultimi anni anche la flessibilità sull’orario è stata adottata con successo da molte aziende e i dipendenti che ne approfittano riescono così a conciliare meglio le esigenze familiari e personali con quelle lavorative. Siamo andati in Bregaglia a fare visita ad EWZ, il produttore di energia elettrica, dove da ormai diversi anni non esiste più il canonico orario d’ufficio.
La carenza di manodopera non risparmia neppure la Valposchiavo. Per parlare di questo abbiamo incontrato Carlo Vassella, presidente dell’associazione artigiani e commercianti, che ci ha raccontato quali sono le preoccupazioni ma anche quali le soluzioni che si potranno/dovranno mettere in atto nei prossimi anni.
E a sud del San Bernardino le cose vanno meglio? Lo chiediamo ad Alberto Belloli, imprenditore e membro dell’associazione artigiani e commercianti del Moesano, e a Philip Sundermann, responsabile del management regionale.
In Provincia di Sondrio le piccole e medie imprese con meno di 50 addetti sono circa 13mila e rappresentano la quasi totalità del tessuto produttivo del territorio. Gli occupati sono circa 38mila, vale a dire quasi il 70% della forza lavoro valtellinese e di questi 11mila lavorano in imprese artigiane.
Il tema della forza lavoro è quindi in cima alla lista dei problemi da risolvere anche per Confartigianato Sondrio, l’associazione che riunisce il piccolo esercito di imprenditori che in Valtellina e Valchiavenna è alle prese con la mancanza di manodopera.
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