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Controcorrente

Ci si sposa sempre meno: il matrimonio è ancora considerato un progetto a lungo termine o una scelta di vita?

Di Antonio Bolzani

  • 30.11.2023
  • 40 min
  • Keystone
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La percentuale di coppie non sposate con figli è raddoppiata nell’ultimo decennio: secondo uno studio, una coppia su cinque, con figli di età inferiore ai cinque anni, convive. Voi cosa avete scelto o scegliereste? Il matrimonio, la convivenza o il concubinato senza vincoli giuridici oppure preferite vivere da soli(e)? E nella società odierna il matrimonio è ancora considerato un progetto o una scelta di vita? Sicuramente lo stile di vita negli ultimi decenni è cambiato molto così come le abitudini: c’è più flessibilità, i progetti a lungo termine sono visti e considerati con molti dubbi e parecchie incognite e sicuramente il concetto di “individualità” nella società odierna è una tendenza sempre più accentuata che ha come conseguenza il desiderio di relazioni meno istituzionalizzate in senso tradizionale. Di quel che rimane del matrimonio di una volta… ne parliamo oggi: il matrimonio classico è davvero in crisi e sul viale del tramonto? Si cercano ancora delle relazioni stabili e durature? Dite la vostra oggi telefonandoci allo 0848 03 08 08 o scrivendoci via Wathsapp allo 076 321 11 13. Fra l’altro va aggiunto che la previdenza per le madri non sposate è più a rischio: le donne single possono insomma confrontarsi con problemi per la pensione. Con un tasso di occupazione medio del 58 per cento, le madri conviventi lavorano certamente di più di quelle sposate (45 per cento): sono i dati pubblicati ieri dal gruppo assicurativo Swiss Life che ha spiegato che in caso di separazione o di morte del partner, le madri non sposate che lavorano a tempo parziale sono meno coperte di quelle sposate. Secondo Swiss Life, le attuali pensionate ricevono una pensione inferiore di quasi un terzo rispetto agli uomini. Questa differenza si spiega con la differenza di reddito tra i due sessi, dovuta principalmente al fatto che le madri lavorano meno dopo la nascita del figlio. Guadagni più bassi significano pensioni più basse nell’ambito del regime pensionistico professionale e limitano le possibilità di risparmio nell’ambito del terzo pilastro.

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