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Controcorrente

Dopo la strage nella scuola del Texas, negli Stati Uniti verranno finalmente introdotte delle leggi per limitare l’accesso alle armi?

Con Antonio Bolzani

  • 26.05.2022
  • 25 min
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Negli Stati Uniti la società civile e il mondo della politica sono ancora sgomenti e sotto shock dopo la tragedia nel Texas: voci di dolore e indignazione per l’ennesima sparatoria. Le parole di Chris Murphy dopo la strage alle scuole elementari di Uvalde, in cui sono morti 19 bambini e due docenti sono state eloquenti; Murphy è senatore del Connecticut, lo stato dove nel 2012 c’è stata la sparatoria nella scuola elementare di Sandy Hook. Il suo appello è stato molto chiaro e accorato: “Le nostre figlie e i nostri figli hanno paura quando entrano a scuola, pensano che saranno loro i prossimi. Io mi chiedo come questo sia possibile. Perché siamo diventati politici, perché vi siete fatti eleggere se non per risolvere un problema fondamentale come le sparatorie di massa? Questo accade solo in questo Paese. E non è inevitabile, abbiamo la scelta: vogliamo cambiare oppure no? Io vi prego colleghi di trovare una via per passare una legge che renda queste stragi molto più difficili da compiere”. Ma limitare l'acquisto di armi non è una soluzione che convince tutti: "Dopo queste tragedie i democratici e alcuni media cercano di politicizzare le cose”, ha affermato da parte sua il senatore repubblicano del Texas Ted Cruz: “La soluzione non è limitare i diritti dei cittadini. Questo non funziona. Le forze dell'ordine devono essere più attive nel trovare i criminali, chi ha seri problemi mentali e arrestarli quando provano ad acquistare illegalmente delle armi". E allora: dopo questa strage in una scuola del Texas, l’ennesima negli Stati Uniti che sono l’unico Paese occidentale dove si ripetono continuamente delle sparatorie, cambierà finalmente qualcosa? Si voteranno delle leggi più restrittive e severe per limitare l’acquisto delle armi? Dei maggiori e più incisivi controlli da parte delle forze dell’ordine e della Polizia potrebbero essere sufficienti per arginare questo inquietante fenomeno? Ne parliamo oggi, alle 12.00, a Controcorrente: per i vostri contributi in voce ci potete telefonare allo allo 0848 03 08 08.

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