satira, uomo spia donna nel bagno
Controcorrente

La satira, fra limiti e libertà: la si può ancora fare senza essere censurati?

Di Antonio Bolzani

  • 19.02.2024
  • 38 min
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Al di fuori dei carnevali oramai conclusi e dei carri satirici che hanno sfilato lungo le strade di molti paesi e città, si può ancora fare della satira senza essere censurati? Dove sta il confine fra satira e offesa, diffamazione o volgarità? Cosa rimane oggi della comicità irriverente, pungente e feroce? Poi ancora: gli svizzeri sono autoironici e autocritici oppure sono permalosi e non accettano volentieri chi li deride e li sfotte? La satira, fra limiti, oggettive difficoltà d’espressione e libertà: ne parliamo oggi con le vostre voci, in diretta telefonica, allo 0848 03 08 08; oppure scriveteci via Wathsapp allo 076 321 11 13. La rabbia e la comicità sono gli ingredienti costanti di oltre due millenni di satira contro i poteri, i privilegi e le ingiustizie: oggi è però molto più complicato schernire, sfottere e prendere in giro qualcosa o qualcuno. Proprio il mese scorso, a proposito dell’argomento odierno, Corrado Guzzanti, fra i principali comici di satira politica in Italia, imitatore e creatore di personaggi che ci hanno aiutato a riflettere sulla società odierna, in un’intervista al quotidiano laRepubblica, ha dichiarato: “Il politicamente corretto? Il principio per cui devi censurare qualunque cosa possa offendere una minoranza non può funzionare, non si può pretendere. Il principio deve essere che se ti offendi è un problema tuo”. La satira, secondo Guzzanti, sta cambiando in peggio e il politicamente corretto sta uccidendo la comicità. È vero? Quanto, invece, è giusto e normale adeguarsi ai cambiamenti del tempo e non fare satira verso le cosiddette “minoranze”?

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