Andrebbe già limitato il consumo d’acqua? È giunto il momento di proibire di innaffiare e irrigare i giardini e di lavare le automobili? I Comuni dovrebbero già ora adottare una serie di misure, di restrizioni e di divieti per far fronte alla sempre più grave carenza idrica? È l’argomento odierno di Controcorrente. Purtroppo, la siccità non è più un’eccezione ma sta diventando, soprattutto nel Mendrisiotto e in generale al Sud delle Alpi, una preoccupante abitudine: è insomma in largo anticipo rispetto al calendario. Siamo soltanto in marzo, il problema con il quale ci stiamo sempre più confrontando è serio, anche perché la neve quest’inverno è stata poca e quindi è scarsissimo lo scioglimento e siamo reduci da un lunghissimo periodo privo di precipitazioni importanti e consistenti. Alcuni acquedotti comunali sono ai livelli dei mesi estivi, nelle falde non c’è praticamente più acqua e le riserve idriche sono ai minimi termini: in una situazione del genere, ovviamente, le inquietudini del settore agricolo sono parecchie. “Al momento mancano 30 o 40 giornate di pioggia normale rispetto al passato”: ha detto l’altro giorno il meteorologo Marco Gaia ai microfoni della RSI. Il livello delle piogge nell’ultimo anno e mezzo è costantemente sotto la norma dell’ultimo trentennio e, invece, sono quasi sempre sopra la norma le ore di soleggiamento. Cosa fare e come prepararci se andremo incontro ad una primavera calda e secca e priva di settimane piovose? Il pubblico ci può telefonare allo 0848 03 08 08 o scrivere via Wathsapp allo 076 321 11 13.
Ne parliamo con:
Maurizio Barro, presidente dell’Associazione Acquedotti Ticinesi e responsabile del settore acqua potabile della Città di Bellinzona
Massimiliano Zappa, idrologo dell'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL)
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