Praticamente ogni giorno i media si soffermano sull’Intelligenza Artificiale, declinata in mille modi, e sulle numerosissime offerte dei nostri telefonini e delle nostre applicazioni. Ebbene abbiamo recentemente appreso che gli smartphone conoscono ogni dettaglio della nostra vita. Anche i dettagli più privati, come le chat o l’agenda dei nostri appuntamenti. Una miniera d’oro per quelle aziende che vendono programmi attraverso i quali si possono monitorare i telefoni cellulari altrui. Sono i cosiddetti stalkerware. Un’inchiesta ha dimostrato che la sorveglianza -spionaggio?- fra i privati è ormai una realtà anche nella società svizzera. Quindi come dobbiamo comportarci? A proposito di situazioni rischiose e illegali: in Svizzera sono sempre di più le ciberminacce, tanto che ogni otto minuti e mezzo l’Ufficio federale della cibersicurezza (UFCS) riceve una segnalazione relativa a un cosiddetto ciberincidente. È quanto reso noto giovedì dalle autorità federali nell’ambito della pubblicazione del rapporto semestrale 2024/1 sulla cibersicurezza. Con 34’789 ciberincidenti segnalati nella prima metà del 2024, l’UFCS ha registrato quasi un raddoppiamento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta di un incremento riconducibile soprattutto al massiccio aumento dei tentativi di truffa che, con 23’104 segnalazioni, rappresentano i due terzi delle segnalazioni. La truffa passa insomma anche dal telefono. Nell’ambito delle tentate truffe si conta in particolare il fenomeno delle false chiamate di autorità: in 17’730 casi i truffatori si sono spacciati per collaboratori di un’autorità nel tentativo di convincere le loro vittime a installare dei software di accesso a distanza. È in aumento anche il phishing, con 6’643 segnalazioni giunte nella prima metà del 2024 (+2’800 casi rispetto all’anno precedente). In questo caso i truffatori puntano in particolare su messaggi fraudolenti riguardanti la consegna di pacchi e presunti rimborsi in nome di aziende conosciute, come per esempio le FFS o diverse amministrazioni delle imposte. Le segnalazioni – ha spiegato l’UFCS - sono volontarie e provengono per il 90% da privanti, mentre il rimanente 10% riguarda aziende. Per una visione più precisa sulla situazione in materia di cibersicurezza, nel corso del 2025 sarà introdotto un obbligo di segnalazione per i ciberattacchi subiti dai gestori di infrastrutture critiche.
Sono ospiti: Angelo Consoli, responsabile dell’Area di cibersicurezza della SUPSI e membro di comitati scientifici di organizzazioni internazionali nella cibersicurezza, Nicola Colotti, giornalista della RSI esperto di tecnologia e di scienza, Luca Accomazzi, divulgatore scientifico.
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