È da più parti bollato come “filoputiniano”, per la sua posizione molto scettica sul ruolo dell’Occidente nella guerra tra Russia e Ucraina. Lo storico e antropologo francese Emmanuel Todd rispedisce al mittente questa etichetta, ribadisce l’atteggiamento violento e autoritario di Mosca, sia nei confronti della stampa sia verso i cosiddetti “oligarchi russi” (viene ricordato il numero statisticamente significativo di decessi in circostanze quantomeno sospette di dirigenti del settore petrolifero e del gas), ma Todd si sofferma a evidenziare la sconfitta dell’Occidente. La metodologia già utilizzata in passato e frutto dei suoi studi all’Ecole des Annales, gli aveva consentito di prevedere il crollo dell’Unione Sovietica e la grande crisi finanziaria del 2008.
Ora, analizzando il declino demografico, morale ed economico delle società occidentali, ci invita a guardare la nostra società e l’incapacità di rispondere ad una crisi che sembra irreversibile. Il suo lavoro La sconfitta dell’Occidente , pubblicato in Francia da Gallimard e in Italia appena tradotto dalla casa editrice Fazi, è stato un successo editoriale.
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