Gianmarco Tamberi sarà una delle stelle che delizieranno il pubblico di Bellinzona questa sera al Galà dei Castelli (in diretta su LA2 e online a partire dalle 19h50) e prima si è preso il tempo per un lungo faccia a faccia ai microfoni della RSI. Il 31enne è arrivato in Ticino fresco dell'oro mondiale nel salto in alto, unico titolo che mancava nel suo brillante palmarès: "Una bellissima sensazione dopo tanti anni che ambivo a quella medaglia e una grandissima soddisfazione, oltre a tanta stanchezza. Mai nessuno era riuscito a completare il cerchio, fortunatamente sono arrivato ai Mondiali in ottime condizioni, sia fisiche che psicologiche, perché la voglia di fare era tantissima. Ora mi manca da vincere il Meeting di Bellinzona in primis (ride, ndr), poi di conquistare un altro oro olimpico, un'altra cosa che non è mai stata fatta".
È una fame che non finirà mai quella di voler vincere
L'italiano definisce alcuni suoi colleghi, come l'amico Mutaz Essa Barshim, dei supereroi, ma lui si sente tale? "Io ho imparato negli anni a fare la differenza nei momenti che contano, penso che questo sia il mio più grande punto di forza. Mi presento sempre come l'uomo da non temere più di tanto e in quei giorni mi trasformo. Nelle finali sì, posso definirmi un super saltatore, ma nella vita sono contento di sentirmi inferiore a loro perché questo mi consente di allenarmi ogni giorno con molta più cattiveria, molta più voglia di cercare di fare la differenza in ogni singolo aspetto della mia vita".
Sono molto severo con me stesso, quando non riesco a fare quello che voglio mi critico tanto
Istrionico e vincente, è una delle icone dell'atletica attuale, ma spesso è soggetto anche a critiche: "Mi dispiace, ho passato anni anche a starci male leggendo commenti, perché mi rendo conto che molte critiche vengono da persone che non ti conoscono. Vorrei far vedere chi sono davvero, come in quei momenti sei diverso dalla vita normale. In una finale mondiale o olimpica non mi sento una persona umile come sono al di fuori dello stadio, lì dentro mi sento un supereroe anch'io. Forse appaio arrogante perché in quel momento devo esserlo con me stesso, devo sentirmi all'altezza di quelle persone che sento irraggiungibili durante l'anno e le mie celebrazioni a fine gara sono proprio lo specchio di quello che vivo".
Sono privilegiato a vivere questo tipo di vita, perché sto inseguendo dei sogni altissimi che mi fanno vivere delle emozioni enormi e non voglio sminuire questo privilegio chiudendomi nelle emozioni per paura di essere criticato
Il faccia a faccia con Gianmarco Tamberi (03.09.2023)
RSI Sport 04.09.2023, 11:07