dall'inviato a Montpellier Armando Ceroni
Cercasi "brocc chel segna". Quel centravanti tecnicamente non eccelso, alla Pippo Inzaghi tanto per intenderci. Che sgrugna, fa spallate con gli avversari, ha sempre lo sguardo appizzato, magari anche brutto da vedere, ma terribilmente bello sotto porta. È quello che servirebbe alla nazionale svizzera. È quello che ci è mancato agli Europei. È quello che dicono e pensano tutti.
Ma nessuno ricorda che Josip Drmic è infortunato, mentre Mario Gavranovic, che è il prototipo ideale dell'attaccante rompiscatole, sta cercando di rilanciare ad alti livelli la sua carriera. Così come in pochi vanno oltre la superficie dove vengono massacrati quelli che i gol non li fanno. Mi spiego. Eren Derdiyok rimane un attaccante di basso profilo, ma parare, difendere o giocare a centrocampo è più facile che indossare la maglia del bomber. Segnare significa trovarsi sempre al posto giusto al momento giusto. Fare sempre la scelta giusta. Scrollarsi di dosso tutte le pressioni. Essere sempre lucido, concreto, efficace e non avere mai la minima esitazione. Una macchina da gol, come ne circolano poche, a tal punto che anche la Germania campione del mondo, senza una vera prima punta, ha rispolverato Mario Gomez che di anni ne ha trentadue.
Haris Seferovic invece è del 1992. È ancora giovane. È forte fisicamente. Ha qualità, anche troppe rispetto al prototipo descritto in precedenza. Ma è ancora stralunato in zona gol. Perché non è tranquillo. Gli mancano sicurezza, freddezza e autostima. Soluzioni? Aspettare che maturi e attendere che esplodano quei due, tre talenti rossocrociati che stanno per chiudere il loro processo di formazione. Un lavoro fatto anche e soprattutto con gli attaccanti, perché si è capito che in quel settore qualcosa ci manca da tanto, troppo tempo.
Euro 2016, l'editoriale sulla Nazionale svizzera (Telegiornale 26.06.2016, 20h00)
RSI Sport 26.06.2016, 22:38