Il Mondiale di Zurigo è finito con il tripudio della Nazionale slovena schierata appena dopo il traguardo ad accogliere a braccia aperte un immenso Tadej Pogacar sorridente, conscio di aver fatto un’impresa storica. L’ultima giornata è stata un inno al ciclismo e allo sport, perché a far festa sono state, come da tradizione nel mondo delle due ruote, tutte le nazionalità, mescolate lungo il tracciato a incitare indistintamente tutti i corridori tra un brindisi, uno spuntino e un ballo nonostante la maggior parte dei presenti non abbia visto il proprio beniamino trionfare. La vita va avanti, anche dopo una sconfitta, e bisogna cercare di godersela al meglio come hanno fatto i presenti ieri sul tracciato, gioiosi per la giornata passata a vibrare per i propri idoli e per una gara che negli ultimi 100km ha tenuto tutti col fiato sospeso, in un braccio di ferro sempre attorno al minuto di distacco tra chi stava davanti e chi inseguiva come un generoso Marc Hirschi. Ma ieri sera quando l’adrenalina è scesa, sicuramente a tutti accanto all’immagine della maglia arcobaleno del nuovo campione del mondo è apparsa quella in bianconero di Muriel Furrer, che resterà nei ricordi a caratterizzare questo campionato iridato in Svizzera.
Il minuto di silenzio ieri mattina sulla linea di partenza a Winterthur era da pelle d’oca, anche se poco più indietro una folta delegazione eritrea ci ha messo qualche secondo in più a capire la situazione, troppo presa dall’incitare i loro cinque atleti e in particolare Biniam Girmay. A strapparci un sorriso e a farci capire, senza volerlo, come la vita va avanti, come hanno voluto pure i familiari della sfortunata atleta che, seppur nel dolore, non hanno chiesto agli organizzatori di cancellare gli ultimi giorni dell’evento al quale la figlia teneva moltissimo, come tutti gli atleti rossocrociati selezionati.
La Svizzera chiude la rassegna con due medaglie nel ciclismo e nove nel paraciclismo. Un bilancio a livello numerico soddisfacente, anche se è mancato il guizzo in una delle quattro gare principali, ovvero cronometro e gara in linea élite sia in campo maschile che femminile. Allora da goderci c’è soprattutto la bella copertina finale, con il bel tempo che ha regalato per sette ore immagini da cartolina di Zurigo e dei suoi dintorni e del folto pubblico accalcato in particolare sulla salita della Zürichbergstrasse. Lungo la prima stretta ascesa, con spettatori posizionati dappertutto, come su muri più o meno alti, cartelli stradali e alberi, si è dovuti ricorrere a delle chiusure per evitare la calca nei punti più angusti, ma pure più caldi dove tutti volevano essere per vedere da vicino, a velocità un po’ più ridotte, i corridori. E pure i veicoli dell’organizzazione, compresi i motociclisti della polizia, che sono stati al gioco partecipando alla ola. Bisogna approfittare delle cose positive quando si può...
Mondiali, l’attesa e l’entusiasmo degli spettatori della Zürichbergstrasse e gli scorci da cartolina lungo la Limmat (29.09.2024)
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