di Piergiorgio Giambonini
Dopo una mezza decina d'anni poveri di acuti in serie B, due dei quali trascorsi in... esilio a Mezzovico, nel 1978 l'entrata in scena di Geo Mantegazza segna la svolta storica dell'HC Lugano. Ci vorrà invero qualche altro anno per ritrovare, nel 1982, l'élite nazionale. Dopo una prima stagione di assestamento in LNA, nell'estate del 1983 Mantegazza scova al nord della Svezia un allenatore pressoché sconosciuto, tale John Slettvoll, coach dello Skelleftea, squadra di bassa classifica. E questa è la seconda svolta: il "presidentissimo" promette il titolo in tre stagioni, e così sarà.
Slettvoll porta con sé l'incontenibile attaccante Kent Johansson, e un anno dopo arriverà un altro fuoriclasse, il difensore Mats Waltin. Nel 1984 il Lugano è quarto, nel 1985 secondo, poi nel 1986 vince regular-season e gli inediti playoff "best of 3": 7-2 e 7-3 al Sierre in semifinale, 5-0 7-5 e al Davos. Il primo marzo 1986 i bianconeri di capitan Kaufmann vincono nei Grigioni (accompagnati da 3'000 tifosi) il loro primo scudetto risalendo dal 2-4 al 7-5, con poker di Johansson negli ultimi 11 minuti e doppietta di Eberle.
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