Dal triplice fischio è trascorsa poco più di un’ora. Cori, bagordi, incredulità. Sul pullman diretto all’hotel, mai così in fibrillazione, l’entusiasmo dilaga. Ceroni: “Non me ne capacito, non ho mai visto nulla del genere. Sì, sembrava Svizzera-San Marino. Vabbè dai, forse a loro ne avremmo fatti anche un paio in più”. E si ride. Poi Dzemaili: “Ma sapete qual è il bello? Che possiamo puntare ancora più in alto. C’è fame, bastava osservare i volti nel dopopartita. La poca euforia è senz’altro un bene”. “Beh Dzemo - irrompe Djourou, mentre in sottofondo risuonano le stoiche voci di Rete Uno - onestamente è stato facile. Oui, vraiment facile”. Ha ragione, il navigato Johan, ora commentatore tecnico per RTS. E per (grandi) meriti nostri, e per (gravi) mancanze altrui, è stato davvero facile.
Eppure, ce lo ricordiamo bene, sul bus che 222 giorni fa ci scortava via dall’Arena Nationala soltanto un pazzo si sarebbe immaginato di intavolare simili discussioni. Accentratrice di ogni discorso, piuttosto, era la traballantissima panchina di Yakin. Quanto dibattere, tra i “Per me lo cacciano già domani, fidatevi!” e i “Ma no, malgrado tutto verrà confermato, è scritto”. Di certo, nemmeno il più gentile visionario poteva prevedere che, nei successivi 222 giorni, la Nazionale non avrebbe più perso. “YakOut, YakOut”, si scherzava sconsolatamente: visto l’inquietante decorso, cara grazia aver blindato l’Euro. Deve essere proprio a Bucarest, tuttavia, che lo chef di Basilea si è imbattuto (per caso?) in un antico ricettario segreto, in grado di addolcire anche i palati più “capricciosi”. Recuperati tutti gli ingredienti, a fine marzo è dunque iniziata la lunga fase di allestimento/preparazione (a Copenaghen come a Dublino), protrattasi fino ad oggi con l’uscita di piatti prelibati in serie. Ma cosa stai cucinando, Murat?
Pane, focaccia… pan per focaccia: tre anni dopo, lo smacco di Roma (quel mortificante 3-0 di Euro 2020) è stato definitivamente redento. Allora, con Vlado, incappammo nella classica figuraccia. Una delle peggiori esibizioni della storia recente, sì, contrapposta forse alla migliore in assoluto. Dimenticatevi il gioco farraginoso, la perenne, insanabile assenza di un bomber: ora la palla gira, con sprazzi di tiki-taka iberico (ieri 470 passaggi riusciti su 512, per un 92% che equivale al nuovo record rossocrociato nei grandi tornei dal 1966 in poi), gira… e finisce in gol. Freuler, per esempio, ha coronato una sequenza di ben 31 scambi, la più lunga di sempre da quando Opta analizza la competizione (1980). Intensità, divertimento, spettacolo: c’è tutto, insomma. Dall’altro lato, invece, solo frustrazione per la… maledizione dei campioni, fuori agli ottavi analogamente alle due precedenti vincitrici - Spagna e Portogallo - nell’edizione successiva. Che dire, se non che in questo giugno da sogno il nostro Murat si è orgogliosamente rifatto una reputazione, a suon di mosse azzeccate (Rieder-Vargas dietro Embolo è solamente l’ultima della serie). Superati i mille giorni di insediamento, quindi, ci si avvicina sempre più al rendimento numerico tenuto dai due predecessori, Hitzfeld e Petkovic: e se non fosse stato per i rallentamenti dell’anno scorso, il sorpasso sarebbe realtà già da tempo. In ogni caso, resta che nelle ultime 18 siamo inciampati un’unica volta, appunto in Romania. Pertanto, date una corona a quell’uomo, date una corona a YaKing. Svelti.
Euro 2024, highlights di Svizzera-Italia (29.06.2024)
RSI Sport 29.06.2024, 20:05
Legato a Rete Uno Sport 30.06.2024, 10h00