EURO 2024 - IL COMMENTO

Settecento milioni in meno, ma Otto Leoni in più

Giù il sipario e fuori gli attori: è il momento degli applausi scroscianti

  • Oggi, 09:25
  • 2 ore fa
Svizzera

Grazie ragazzi!

  • Keystone
Di: Nicola Rezzonico

In principio era stata Germania 2006. Lì, per la prima volta nella storia, avevamo imparato cosa vuol dire intravedere la gloria a una decina di metri, mirare, calciare… e mancarla. Vederla sorriderci con beffarda ironia per poi dileguarsi, lasciando spazio al disinganno. Già, Germania 2006, ma non solo: Euro 2016, la Final Four della Nations League 2018-19, Euro 2020 ed Euro 2024, l’ultimo evento nel quale abbiamo confermato tutta la nostra avversità nei confronti di un esercizio - uno spietato esercizio - come i rigori. Una vittoria, quella (celeberrima) contro la Francia, cinque sconfitte. No, non sarà un caso. Forse dietro c’è semplicemente lo zampino della sorte. Vedete voi.

Vedete voi se non era scritto. Da una parte un undici da 858 milioni di euro; dall’altra uno inferiore ai 150. Inferiore soltanto sulla carta, tuttavia, perché la realtà l’hanno vista tutti. Eppure, chi sbaglia? Chi verrà ricordato negativamente, malgrado una prestazione da migliore in campo? Akanji, ancora lui. Il più “caro” dei nostri, l’unico che - nel raffronto economico tra i pari ruolo titolari - ne usciva vincitore. Vedete voi se non era scritto. Sapete quante volte, prima di ieri, l’Inghilterra aveva chiuso una sessione dagli 11m senza errore alcuno? Due, nel 1996 (4/4 con la Spagna) e nel sopracitato 2019, quando… contro di noi fu addirittura 6/6. Quasi la sorte, sempre lei, ci avesse lanciato un monito funesto già a suo tempo. Cosa rimane, dunque? Beh, da una prospettiva fattuale - quella che evidenzia l’oggettività - una sorta di resa, di “vorrei ma non riesco”: a proposito di grandi tornei, in effetti, nessun’altra nazione europea ha raggiunto tante volte (cinque) lo scoglio dei quarti senza mai superarlo, senza mai andare oltre.

Da un’angolazione meno rigida, invece, sentite che frastuono di applausi. Ce ne sono davvero per tutti, meritatissimi: a iniziare da Yakin e dal suo staff - difficile muovere la benché minima critica - passando naturalmente per chi ha rappresentato la patria sul campo, tra certezze e rivelazioni (tant’è che è lecito attendersi più di un trasferimento estivo). D’altro canto, però, che dire degli sconfitti? Una categoria non trascurabile, al netto dei successi collettivi. Ne citiamo tre, i principali: il rassegnato Kobel (attendiamo con lui l’ora di un cambio di rotta: d’altronde la stizza è leggibile in viso), Elvedi (tutta colpa dell’erroraccio commesso nell’ultimo test di preparazione?) e Okafor (presenza sempre più marginale nel progetto tecnico). Ecco, magari a settembre un briciolo di considerazione in più, tutto qui, per non compromettere l’armonia sbocciata e sviluppatasi in queste settimane. Per il resto, ragazzi, un sentito grazie. Sì, cari inglesi, tenetevi pure i vostri Tre Leoni. Tanto noi ne abbiamo Undici, e non potremmo esserne più fieri.

Euro 2024, highlights di Inghilterra-Svizzera (06.07.2024)

RSI Sport 06.07.2024, 21:01

Legato a Rete Uno Sport 07.07.2024, 10h00

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