Tra gli artisti più rilevanti attivi oggi in Svizzera, alfatih si focalizza sulla semiotica dei contenuti digitali esplorando temi legati al possesso, al controllo e a come gli spazi - digitali e fisici - che occupiamo plasmino le nostre identità.
Durante il periodo delle feste, il LED wall nella Hall del LAC (lo schermo che solitamente annuncia mostre e spettacoli), riprodurrà ciclicamente “Switzerland”, un video commissionato all’artista per le collezioni del MASI. Riprodotta in uno spazio ibrido tra le sale museali e l’ambiente pubblico, l’installazione sembra assumere le caratteristiche di un’azione di hacking, tipico delle sue produzioni artistiche.
L’opera, suddivisa in una serie di episodi tra loro indipendenti, si presenta come una raccolta di vedute di paesaggi svizzeri ripresi attraverso il finestrino di un treno in corsa. Il sottofondo musicale è stato realizzato in collaborazione con Tapiwa Svosve, sassofonista zurighese vincitore di uno dei Premi svizzeri di musica 2024.
Giocando con immagini promozionali turistiche e altre ispirate alla tradizione pittorica elvetica, il video, realizzato interamente in digitale, indaga ciò che l’espressione “panorama svizzero” riesce a suscitare nell’immaginario collettivo.
Ho deciso di concentrarmi sulla geografia, di utilizzare un terreno indefinito dove il paesaggio, a forza di guardarlo, diventa vivo, o diventa morto, da solo, a seconda di come lo guardi.
Alfatih
Attraverso le sue immagini alfatih illustra il nostro paese in un modo non convenzionale, reinterpretando il concetto di sublime grazie a un’estetica che mescola elementi di diverse epoche, luoghi e narrazioni. È così che attraverso un panorama fatto di confini fluidi, la natura e la cultura si incontrano in modi inaspettati.
Il lavoro intende porre in relazione paesaggio, tecnologia e percezione, facendoci riflettere su come le reti neurali artificiali stiano trasformando e mettendo in discussione la nostra relazione con il tempo e l’interpretazione della realtà.