Cinema

FolleMente: il nuovo film di Genovese, ottimista sull’amore rispetto a “Perfetti sconosciuti”

L’éscamotage di riprendere il dialogo tra emozioni alla “Inside Out” e applicarlo a un primo appuntamento, arruolare un cast fenomenale e puntare sulla leggerezza funziona 

  • Oggi, 11:00
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"FolleMente" di Paolo Genovese

Di: Valentina Mira 

Leggero, pop e ottimista senza essere scemo.
Questo forse il riassunto dell’impressione che lascia FolleMente, l’ultimo film di Paolo Genovese. Se il regista aveva sposato una visione dell’amore tutt’altro che positiva in Perfetti sconosciuti (il cui messaggio era riassumibile nella catch phrase di Dottor House, “tutti mentono”), ora ci regala un film a lieto fine.

La trama è molto semplice: è la storia di un primo appuntamento, con la variante di una versione di Inside Out per adulti. Ogni emozione dei due è rappresentata da un attore o un’attrice diversa, con la consapevolezza esplicitata per cui: «Qua dentro possiamo essere orrendi».

Il primo punto di forza del film è che ci si rivede facilmente nei suoi protagonisti. Il secondo è che è a tratti genuinamente divertente. Dal momento in cui guardano il derby e, potendo sbirciare nelle loro emozioni, scopriamo che al viso tranquillo di lei disabituata al calcio corrisponde invece un fomento da ultrà, all’(impagabile) frangente in cui Emanuela Fanelli esclama: «Daje. Momento “voi maschi”». Gli altri - il mondo emotivo di lui - registrano cosa sta per succedere: «Siamo sul banco dell’accusa di genere». Non c’è niente di pesante nel modo in cui la questione viene posta, ma neanche di offensivo o superficiale; è tutto solo piuttosto buffo, realistico, simpatico, e funziona.

Un’altra dinamica in cui ci si può rivedere è l’ingerenza del passato sentimentale dei due, di lei nello specifico. Quel tipo di ex manipolatorio che hanno avuto in troppe, che non ti lascia andare e allora devi essere disposta a tagliare la corda tu. Quello che succede nel film è che, per quanto la fiducia che la protagonista nutre negli uomini sia agli sgoccioli, per quanto ci sia dell’evidentemente giustificata, legittima rabbia, è più che felice di lasciare andare un passato che l’ha fatta solo soffrire, soprattutto ora che ha conosciuto qualcuno che le fa venire voglia di stare dove sta e non di scappar via.

Eppure il dilemma tra restare e andarsene c’è anche in questa nuova conoscenza. Ed entrambi a un certo punto - a causa delle paure, delle incomprensioni, delle ferite e insicurezze che ognuno ha - hanno un altro momento in cui pure è facile identificarsi: scegliere di andarsene quando si sarebbe voluti restare.

Lo si fa per orgoglio, lo si fa per timore, lo si fa per mille motivi. Per tutelarsi, prima di tutto. L’età dei due protagonisti lascia intendere che possano non essere passati indenni dalle esperienze sentimentali alle loro spalle.

In ogni caso, questa è una storia a lieto fine.

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Da: "FolleMente" di Paolo Genovese

La trovata alla Inside Out è ben riuscita perché snocciola la lunga negoziazione tra emozioni e razionalità reciproche, in un dialogo continuo che prima è con sé stessi e poi è con l’altro, per capirsi, per capire. A metà tra Disney Pixar e Pirandello: di fatto siamo caleidoscopici, plurali, e questo per fortuna ha anche un lato comico.

Impossibile non menzionare l’attrice che qui troneggia (pur in un cast perfetto): Emanuela Fanelli, regina indiscussa di comicità e ritmi impeccabili, sempre in grado di strappare una risata ad alta voce e qui aiutata da un personaggio ben scritto.

Si esce dal cinema con in testa le note della canzone di Levante che accompagna i titoli di coda, (la traccia si chiama FolleMente, come il film); con l’idea che fosse molto tempo che non si guardava un’ora e mezza di cinema in grado di parlare d’amore in modo buffo e stranamente speranzoso, ottimista; e che forse serviva. Quella risata, quella leggerezza e perfino - per gli spettatori più semplici, e chi scrive appartiene senza vergogna alla categoria - una lacrimuccia.

13:29

Al cinema!

Tra le righe 20.02.2025, 14:00

  • Imago Images
  • Isabella Visetti e Natascia Bandecchi

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