Non si può commentare il Nosferatu di Robert Eggers senza tentare un breve excursus delle versioni precedenti. Inizia tutto con Dracula, il libro di Bram Stoker (1897). Continua, a livello cinematografico, con la sua prima trasposizione sullo schermo: il primo Nosferatu (1922), quello di Murnau, citato puntualmente tra i grandi classici della Storia del Cinema come esempio principe dell’espressionismo tedesco.
Il Nosferatu di Murnau ebbe una storia particolare, anche a livello legale: i nomi furono cambiati per evitare denunce dalla famiglia di Stoker per quanto riguarda i diritti (ecco dunque che il conte Dracula diventa il conte Orlok, e Mina - che peraltro trasforma da donna da salvare, quale era nel libro, a vera eroina della storia - diventa Ellen). Ciò non impedì alla famiglia di fare causa, e di vincerla, anche. Per un periodo si tentò il ritiro dal mercato del film, ma il suo successo lo consacrò ugualmente e a prescindere dalla volontà dei familiari di Bram Stoker.
Molte e talvolta di altissimo livello (talaltra meno) le riproposizioni e rivisitazioni della storia, tra cui spicca sicuramente quella di Francis Ford Coppola, negli anni Novanta.
Un excursus molto valido viene riportato lungamente, ma in modo tutt’altro che noioso, da Roberto Recchioni sul suo blog; l’autore ha pubblicato proprio in questi giorni un libro legato al vampiro, Shin Nosferatu (J-Pop Manga). Una riflessione molto interessante che porta Roberto Recchioni riguarda la rappresentazione delle donne e il regista Eggers. Rileva una reinterpretazione in senso deteriore del personaggio di Ellen (Mina, nel libro), e collega i puntini dei film di Eggers: in The Witch le donne sono streghe e motivo di perdizione per gli uomini nonché veicolo principale del diavolo per manifestarsi; in The Lighthouse l’unica donna presente è una sirena, anch’ella tentatrice di uomini e mossa dalla volontà di divorarli; in The Northman le donne erano streghe o madri degeneri, noiosamente anche loro tentatrici e divoratrici di uomini. Nel suo Nosferatu è Ellen l’origine del male, il suo desiderio, fin da bambina; è lei che tenta il conte Orlok e non il contrario. Questa riflessione è molto valida, Roberto Recchioni la chiude ironicamente dicendo che forse Eggers potrebbe ragionare del suo rapporto col femminile in terapia. Invece, ce lo porta sullo schermo. Lanciando e ribadendo un messaggio tutt’altro che innovativo. Nel 2025, il “te la sei cercata” e i gratuiti ribaltamenti di responsabilità, anche sul piano simbolico, onirico dei film, ha saturato perfino alcuni uomini.
Quanto al piano grafico, era inevitabile che l’espressionismo tedesco di Murnau non fosse altro che citato, né reinventato né riproposto, apportando ben poca innovazione se non - a un secolo di distanza - quella digitale.
Lily-Rose Depp, la Ellen protagonista, ha trovato con questo ruolo sia probabilmente la prova che la afferma nello stesso lavoro di suo padre, sia una continuità con lo stesso, nel gotico. Anche lei sembra una mera citazione.
Più interessante, come sempre, il vampiro. Il fatto che negli ultimi anni si parli spesso di vampiri energetici e la metafora sia diventata la più calzante per definire i narcisisti patologici non può non rilevare. In effetti, che l’interpretazione di Eggers sia o meno sessista, le caratteristiche di Orlok restano quelle: sete di sangue (spesso i vampiri del mondo reale vanno alla ricerca di chi sanguina metaforicamente, targetizzando le prede tra persone colte in momenti di fragilità), tratti di evidente sadismo, una sessualità perversa (mai davvero consensuale, e in questo forse è chiara la vicenda tra Orlok e Thomas, invitato a casa sua e lì abusato). C’è anche il vittimismo, usato come forma di manipolazione per far andare Thomas nella sua dimora: «Lui è molto malato». E malato lo è. Ma di quelle malattie che fanno ammalare gli altri.
Si salva, ancora e sempre, il consiglio da tenere per annichilire ogni vampiro: aspettare che sorga il sole. Perché prima o poi sorge, e la luce dà fastidio all’ombra, e infine capita che anche per i peggiori Orlok arrivi il momento della verità. Di solito non ne escono vivi.
Nosferatu
Turné 18.01.2025, 19:30