Cinema

La fama supera la competenza

Le celebrità irrompono nel doppiaggio italiano

  • 19.09.2023, 12:05
  • 19.09.2023, 13:55
mahmood doppiaggio
Di: Simona Rodesino 

Massimo Decimo Meridio non sarebbe stato lo stesso senza Luca Ward. Così come Michael Corleone non sarebbe stato lo stesso senza Ferruccio Amendola. Almeno, per il pubblico italofono.

Il doppiaggio italiano, secondo molti, è tra i migliori al mondo.

Voci di grandi professionisti che hanno fatto la storia, che nel tempo hanno reso scene di alcuni film iconiche e indimenticabili. Dei veri cult. Tutti conserviamo nella memoria almeno una di queste scene, che ci capita di ripetere ad alta voce ogni tanto.

Il doppiaggio è un lavoro che richiede studio, dedizione e costanza e che, come molte cose, migliora con il tempo. Bisogna conoscere e dominare la lingua, gli accenti e le inflessioni. Bisogna recitare, interpretare e saper cogliere le giuste sfumature per catturare l’anima dei personaggi. Insomma, non è un’attività che si improvvisa.

Negli ultimi anni, si sta riaprendo un dibattito attorno a questo mondo. Un dibattito in realtà già in corso dagli anni ’90 e non solo in Italia. Sempre più spesso cantanti, conduttori, influencer o ancora sportivi prestano la loro voce a personaggi di film, serie tv, videogiochi e soprattutto, cartoni animati. Di fatto, i cosiddetti “talent” prendono dunque il posto dei doppiatori professionisti. A volte per delle parti principali, altre per un semplice cameo.

Possiamo citare diversi casi recenti, che hanno riacceso la polemica. Nei film d’animazione Disney “La Sirenetta” Mahmood doppia il granchio Sebastian e in “Elemental” troviamo il conduttore Stefano De Martino nel ruolo di uno dei protagonisti. La pallavolista Paola Egonu dà poi la sua voce a un personaggio di “Soul”. Anche lo youtuber Frank Matano doppia un personaggio in “Transformers - Il risveglio”, uscito da qualche mese. E non è la sua prima esperienza.

La scelta di affidare delle parti a personalità note ha uno scopo che non si fa fatica a indovinare: marketing e visibilità. Sapere che un personaggio che amiamo sarà al cinema con la sua voce, può incuriosirci, può spingerci ad andare a vedere quel film. Per non parlare di tutto il traffico di informazione e promozione- diretta e indiretta- generato dai personaggi stessi, per esempio attraverso i social.

Da una parte, può essere considerato legittimo che le celebrità vogliano sperimentare e ampliare il loro repertorio artistico, a volte ottenendo buoni risultati. E se tutto questo porta a una maggiore affluenza in sala, allora si può dire che si tratti di un win-win? Non proprio, perché poi c’è chi di doppiaggio ci vive e chi invece, come i più giovani, ancora studia a fondo per perfezionare la propria tecnica.

01:59

Alex Polidori

RSI Spam 19.09.2023, 11:35

  • Simona Rodesino

Dunque, questo scenario solleva importanti questioni su temi come la qualità, la competenza e l’integrità artistica. A più riprese, i doppiatori professionisti hanno espresso preoccupazione nel vedersi sottrarre opportunità di crescita e carriera in un settore che richiede una formazione specializzata, proprio da chi questa formazione non ce l’ha. Insomma, la fama supera la competenza?

 
C’è anche da dire che, oltre a questa situazione, il mondo del doppiaggio italiano si sta confrontando con altre problematiche. La scorsa primavera i professionisti del settore hanno infatti indetto uno sciopero durato tre settimane. Al centro delle proteste, c’è la richiesta del rinnovo del contratto collettivo nazionale, fermo da 15 anni. Un contratto che comprende anche direttori, adattatori, dialoghisti, assistenti e direttori. Si denuncia anche un peggioramento delle condizioni di lavoro: le grandi piattaforme streaming dettano un ritmo accelerato che può incidere negativamente sulla qualità del prodotto finale. Infine, il grande tema dell’intelligenza artificiale, che fa riflettere il mondo del doppiaggio a livello globale. Le voci dei doppiatori in futuro potrebbero infatti essere riprodotte dall’IA in modo molto realistico. Lo scopo è quindi quello di ottenere un modello di cessione dei diritti della voce che tuteli i professionisti. 

Negli ultimi anni-grazie alla maggiore fruibilità di serie tv e film in lingua originale-sempre più spettatori preferiscono affidarsi ai sottotitoli. La direzione sembra essere quella. Eppure, il doppiaggio è nato anche per fornire una vera esperienza immersiva, coinvolgente, piena, senza farsi “distrarre” dai sottotitoli. E tale esperienza diventa possibile grazie al lavoro di alto livello dei professionisti che impiegano tempo e studio alla realizzazione di un prodotto. Lo capisci quando ti capita di vedere quel film, di sentire quel timbro della voce, quel monologo incredibile, quella pausa sospesa, poco prima della frase che ti ricorderai. Ecco, lì sta l’arte del doppiaggio.

Ti potrebbe interessare