Chi avrebbe mai pensato che il ragazzone protagonista della serie demenziale Una notte da leoni sarebbe diventato un regista raffinato, amato dal pubblico e adottato dalla critica internazionale? Vero è che Bradley Cooper dopo aver vestito i panni di Patrick Solitano ne Il lato positivo, ruolo che gli è valso una candidatura agli Oscar, ha raccolto di nuovo i favori dell’Academy con un’altra candidatura per American Sniper, film del sempre in attività Clint Eastwood. Forse è stata proprio questa esperienza ad instradarlo sulla via della regia.
Maestro, che arriva nelle sale cinematografiche e che tra qualche giorno sarà anche disponibile in streaming, sta raccogliendo il plauso generale dopo essere stato presentato in concorso alla scorsa Mostra d’arte cinematografica di Venezia.
E ancora una volta, per il suo secondo film, Bradley Cooper predilige una storia di ambito musicale. In A Star is Born, successo planetario anche per la presenza intensa di Lady Gaga, Cooper rilegge il musical e il vecchi film omonimi; in Maestro porta il pubblico all’interno della tormentata vita passionale di Leonard Bernstein. La chiave di lettura per svelare i segreti, gli slanci, le zone d’ombra e le illuminazioni di una figura poliedrica e stacanovista è il rapporto di profonda amicizia e intesa spirituale tra Leonard e sua moglie Felicia, donna che aveva saputo accogliere e dare un porto sicuro ad un uomo senza terra ferma sotto i piedi. Bradley Cooper costruisce questo loro rapporto con grazia, eleganza (meraviglioso il piano sequenza che riprende Lenny e Felicia danzanti in un bianco e nero luminoso) e grande conoscenza dell’uomo e del musicista. Una conoscenza rispettosa, ma mai sottomessa. Un approccio a livello narrativo questo che ripaga ampiamente perché la libertà del regista di rileggere una della grandi e più sfaccettate figure musicali del Secolo scorso è anche la libertà che Leonard Bernstein ha sempre cercato per la sua vita e trasfuso nelle sue partiture, composizioni che hanno attraversato tutti i generi.
In Maestro si respira una profonda nostalgia nei confronti del cinema e della musica del passato, Bradley Cooper possiede infatti uno stile classico quando dirige e anche quando scrive, classico sì, ma mai derivativo. È riuscito infatti a creare dei film originali ammantando i suoi lavori di forza espressiva. Questo film è più maturo rispetto a A Star Is Born, ma anche più difficile e chiederà al pubblico una maggiore pazienza, pazienza che verrà ampiamente ripagata perché non si tratta dell’ennesimo e inutile biopic sulla vita di un musicista. Siamo di fronte ad una lettura personale, capace di illuminare lo spirito di una mente creativa, quella di Bernstein, che ha conosciuto successo, popolarità e amore, ma ha pagato un prezzo doloroso per affermare con autenticità sé stessa.
“Maestro”, un film per raccontare il genio Bernstein
Voi che sapete... 15.12.2023, 10:00
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