Cinema

Marcello Mastroianni

La fuga dallo stereotipo del latin lover, nel centenario della nascita

  • 28 settembre, 07:00
marcello mastroianni
Di: Mattia Cavadini 

Gli occhi dolci, lo sguardo a tratti immaturo, un po’ bambino, eppure affascinante, penetrante: Mastroianni è stato divo suo malgrado.

Un'immagine divistica che gli riusciva difficile comprendere. Lui, semplicemente, si considerava un bravo attore, e come attore si giudicava abile nel mimetismo, nell'interpretazione, nel gioco.

Di se stesso diceva: “Non mi piaccio. Non mi sono mai piaciuto neanche fisicamente. Non mi piaccio quando mi osservo allo specchio: questo nasino corto, questa bocca cicciuta (...). Io sono carino e un uomo non deve essere carino. Più ci penso e più mi chiedo come sia possibile che una faccia simile mi dia da mangiare”.

All’immagine divistica che alcune pellicole gli hanno accollato, Mastroianni amava contrapporre il senso del lavoro e dell’umiltà. Lo ripeteva continuamente nelle interviste, in cui amava definirsi come il prototipo dell’uomo comune. Con tono posato, ribadiva il suo essere un bambino, che ama giocare e recitare a soggetto.

Un’immagine su tutte mostra come Mastroianni avesse in uggia la virilità del latin lover: è l’iconica scena dello spogliarello nel terzo episodio di Ieri, oggi, domani, dove il personaggio di Mastroianni rimane passivo di fronte alla seduzione della Loren. Certo, non mancano nemmeno le scene di stampo diverso, come ne Il bigamo di Luciano Emmer, dove il personaggio di Mastroianni (Mariano De Santis) mostra un atteggiamento brillante, seducente e incline alla seduzione e al possesso.

Le interpretazioni di Mastroianni sono talmente tante che non si può desumere una preferenza attoriale piuttosto che un’altra. La complessità dei ruoli messi in scena dall’attore è specchio, più che di una preferenza, della sua abilità camaleontica, come dimostrano i tre episodi di Ieri oggi e domani, in cui Vittorio de Sica lo ritrae dapprima in una versione stereotipata dell’uomo virile latino (in Adelina), poi in quella dell'intellettuale post-boom economico (in Anna) e infine nella figura dell’uomo impacciato (in Mara).

Mastroianni nella città delle donne (moderne)

RSI Cultura 06.05.1980, 11:08

In Una giornata particolare di Ettore Scola, Mastroianni veste i panni di un omosessuale, che nasconde le sue preferenze alla Loren. Latin lover dimezzato, che però riacquista potere nell’indimenticabile interpretazione di Marcello Rubini, ne La dolce vita di Federico Fellini, cui si deve l’iconica immagine di Mastroianni come seduttore.

La stessa Sophia Loren ribadì in un’intervista: “Sì, è un latin lover" . Catalogazione che Marcello fece di tutto per rimuovere dalla sua figura reale: "(...) non so cosa significa 'latin lover': penso che debba essere uno scopatore, io non lo sono. Io sono estremamente normale.”

Insomma, una vita passata a recitare e negare lo stereotipo della virilità:

“Le proposte che avevo avuto dopo 'La dolce vita' erano tutte da conquistatore, da amatore che batte i locali notturni. Amai subito demolirla questa immagine, non intendevo essere catalogato".

E cercò di demolirla anche sul set, ad esempio ne Il bell’Antonio, dove interpretava un personaggio impotente; o in Fantasmi a Roma, dove Mastroianni è un Casanova che può solo osservare e ammirare il corpo femminile (come in altre occasioni); o nei film di Marco Ferreri (con cui ebbe una fitta collaborazione, da La grande abbuffata, a La cagna, a Non toccare la donna bianca, a Ciao maschio) dove Mastroianni sembra recitare ruoli in cui viene esibita l'immagine di un maschio morente, afflitto da un fallimento sia individuale sia sociale.

Latin lover o il suo contrario? Non importa, giacché il segreto di Mastroianni è stato quello di saper recitare ogni parte con naturalezza e semplicità, dimostrando una capacità e un’umiltà straordinarie. Come dimostra anche questo collage di interviste, introdotte e analizzate da Claudio G. Fava:

Un gentiluomo triste

RSI Cultura 04.08.2022, 10:51

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