Il suo spirito poetico e curioso, il suo animo gentile, la sua ironia, il suo fascino innato hanno reso Jane Birkin una delle personalità di rilievo degli anni ’60 e ’70, trasformandola poi in un riferimento che ha ispirato più generazioni.

Jane Birkin a Monaco, 1970
Ancora oggi alcuni suoi ritratti lasciano senza fiato, al pari di quelli di altre figure - Claudia Cardinale, Grace Kelly, Catherine Deneuve, per citarne alcune - che hanno attraversato il tempo e che sono diventate leggendarie, non solo per un’oggettiva bellezza estetica ma per una rara commistione di fascino, atteggiamento, spirito, classe. Personalità che hanno incarnato, spesso loro malgrado, lo spirito di un’epoca, diventando paradossalmente senza tempo.

Charlotte Gainsbourg e Jane Birkin, Festival di Cannes 2021
I film girati con Agnès Varda, Jacques Rivette, Bertrand Tavernier e Jacques Deray, così come i brani realizzati con Serge Gansbourg (suo compagno dal 1968 al 1980) sono alcuni dei passaggi più significativi della sua multiforme carriera. Una delle sue ultime apparizioni su schermo però l’ha riservata per la figlia Charlotte Gainsbourg - anche lei attrice e cantante - che le ha dedicato un toccante documentario nel 2021, “Jane par Charlotte”, presentato al festival di Cannes.
Ed è proprio in questo film che è possibile comprendere davvero con chiarezza perché tutti, in qualche modo, ci siamo innamorati di Jane Birkin. Perché oltre i segni del tempo, oltre i problemi di salute accumulati negli anni, oltre un dolore inquantificabile che le si può leggere sul volto (la prima figlia, la fotografa Kate Barry, è morta nel 2013, a 46 anni), ‘Jane B.’ - come la chiamava Agnès Varda - è presente in tutta la sua essenza, che ha descritto perfettamente la figlia Charlotte:
“Vorrei essere come te, avere fiducia nella vita. Priva di diffidenza. Credere nell’umanità, nelle persone. Essere curiosa di tutto, vicina a tutto, a chiunque, senza alcun filtro”.

Jane Birkin, Cult+
RSI Cultura 17.07.2023, 09:48