Cinema

Quartz, la Svizzera premia un film straniero

La pellicola vincitrice è georgiana, solo coprodotta nella Confederazione - Penalizzato “Bonjour Ticino”

  • 23.03.2024, 09:45
  • 23.03.2024, 09:56
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La regista Elene Naveriani

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Di: Moira Bubola 

Blackbird Blackbird Blackberry di Elene Naveriani si porta a casa tre premi del cinema svizzero: miglior film, miglior sceneggiatura e miglior montaggio. L’originalità di un personaggio fuori dal tempo come la volitiva Ethéro, protagonista assoluta della storia, convince la giuria.

Anche se ho apprezzato il lavoro della Naveriani, presentato a Cannes nella sezione Quinzaine, non condivido tutto questo entusiasmo.

È innegabile che la vicenda di Ethéro, ancora vergine a 48 anni, strappa più di un sorriso e fa riflettere sui meccanismi sociali che vedono la felicità di una donna soltanto nel matrimonio e nell’avere dei figli. Ma davvero la regista pensava di raccontare l’universale femminile portandoci in Georgia in un paesino sperduto e arretrato?

Sento di avere davvero poco in comune con Ethéro che all’improvviso, nell’autunno della vita, scopre il sesso e l’amore.

La forza e la dignità delle donne meritano di essere interrogate e rese in tutte le declinazioni possibili: questa, restituita da Blackbird Blackbird Blackberry, mi è sembrata però troppo architettata a tavolino e costruita per i festival di cinema.

Il film ci porta in un Paese lontano, ci racconta di una donna simpatica, interpretata magistralmente da un’attrice dalla fisicità fuori dagli schemi, condisce il tutto con alcune riflessioni semplici sul vivere in una piccola comunità ed ecco un ritratto che ambisce ad inserirsi nel complesso discorso dell’autodeterminazione femminile. 

Non mi sono mai entusiasmata per i racconti venati di pittoresco e questo film purtroppo lambisce l’estetica tanto cara ai vecchi patriarchi dei secoli passati.

La Svizzera sceglie dunque un film straniero coprodotto dal nostro Paese per il massimo riconoscimento del suo cinema e penalizza altri lavori. Penso a Bisons di Pierre Monnard e anche a Bonjour Ticino di Peter Luisi nella rosa dei candidati per la miglior sceneggiatura. Si sarebbe potuto osare di più e riconoscere la scrittura di una commedia, record d’incassi, che senza ipocrisia ha messo alla berlina il tanto celebrato plurilinguismo svizzero facendoci divertire e riflettere. 

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Telegiornale 22.03.2024, 20:00

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