Cinema

Tutto lo charme di Chalamet

La sua interpretazione di Bob Dylan, le candidature all’Oscar e il percorso che lo ha portato fino a qui: ecco come Timothée Chalamet è diventato uno degli attori più desiderati di Hollywood

  • 19 febbraio, 11:00
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Di: Simona Rodesino 

Timothée Chalamet è ovunque. Non lo puoi ignorare. Incanta pubblico, critica, registi e colleghi. Il suo Bob Dylan in A complete Unknown ha conquistato il cuore di molti, portandogli anche la nomination ai prossimi premi Oscar; è il film di cui va più orgoglioso in assoluto. È senza dubbio uno degli attori della sua generazione più forti in circolazione e uno dei nomi più bankable dell’industria cinematografica. Per arrivare qui, a neanche 30 anni (li compie alla fine dell’anno), ha fatto scelte consapevoli, accettando spesso ruoli impegnativi. Mettiamoci anche il suo modo fresco e scanzonato di porsi al mondo, quel sorriso aperto dietro ai riccioli scuri, il suo background multiculturale- è metà statunitense e metà francese-e possiamo iniziare a farci un’idea di tutto il suo charme. Basta? No.

Greta Gerwig, regista che lo ha diretto in Lady Bird (2017) e Piccole Donne (2019) lo ha definito «un mix tra Christian Bale, Daniel Day-Lewis e Leonardo DiCaprio». E hai detto poco. A queste parole Chalamet si imbarazza, il paragone è audace e forse prematuro, però il talento e la dedizione ci sono tutti. Sembra anche che proprio DiCaprio, con il quale ha lavorato in Don’t Look Up (2021), gli abbia dato un consiglio preciso: evita i film di supereroi. Che sia vero o meno, per ora il giovane attore sembra averlo seguito.

Nato e cresciuto a New York (ha anche la cittadinanza francese da parte di suo padre) Timothée Chalamet ha esordito come attore a 13 anni in due cortometraggi, seguiti da serie tv e film. Nel 2014 ottiene un piccolo ruolo, ma il film e il regista sono immensi: è Interstellar e lui è Christopher Nolan. Spazia dal mainstream ai film d’autore, scegliendo spesso film di formazione o ruoli legati a temi complessi. Storie in cui il pubblico giovane possa riconoscersi.

Uno su tutti, è Chiamami col tuo nome (2017), che rappresenta la svolta, un film che, per usare le parole dell’attore, «per me ha cambiato tutto». Il regista italiano Luca Guadagnino, che sa raccontare l’amore in modo magistrale, gli dà l’opportunità di far brillare il suo talento in un film intenso, basato sul romanzo di André Aciman. Ambientato negli anni ‘80 in Italia, cattura la storia d’amore vibrante e passionale nata tra il giovane Elio (Timothée Chalamet) e Oliver (Armie Hammer). Pioggia di elogi dalla critica e dal pubblico: Timothée Chalamet si aggiudica la sua prima candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista e a 22 anni diventa il terzo candidato più giovane della categoria nella storia dell’Academy. In quel momento nasce una stella e Hollywood lo sa.

Un sodalizio che funziona, quello tra Guadagnino e Chalamet, tanto che i due tornano a lavorare insieme nel 2022 con Bones and All. Ci sono altri film e registi importanti nella ancor breve ma già ricca carriera di Chalamet, come il colossal Dune parte 1 e 2 di Villeneuve (2021 e 2024), il musical Wonka di King (2023), The French Dispatch di Anderson (2021) o ancora Un giorno di pioggia a New York di Allen (2019).

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Chalamet è in grado di surfare tra un ruolo e l’altro con leggerezza, la stessa che ritroviamo quando si presenta sui red carpet del mondo con look fluidi e contemporanei, spesso audaci (ma com’è che gli sta sempre bene tutto?) che vengono sistematicamente condivisi e commentati sui social per settimane. Non è il classico prototipo di bellezza hollywoodiana a cui siamo abituati -corpo muscoloso e mascella cesellata, per intenderci- ma con i suoi tratti delicati ed il fisico longilineo propone un modello alternativo e (forse) necessario. Nel 2022 è il primo uomo ad apparire da solo sulla copertina di British Vogue in 106 anni di storia e non è un caso. Diventa quindi un po’ l’emblema dell’attore nuovo, quello che non vuole essere etichettato.

La via di Timothée Chalamet è segnata e sembra portare lontano. La sfida sarà continuare a garantire qualità, mentre attende la notte degli Oscar e celebra il successo planetario del suo Bob Dylan. How does it feel, Timothée?

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Rete Tre 17.02.2025 ore 17-17.30

RSI Cultura 18.02.2025, 08:27

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