I pontieri sono già al lavoro. Figure autorevoli e stimate da tutti, operano nell’ombra per creare consenso attorno a eventuali papabili. Sono sia cardinali che entrano in conclave sia ultraottantenni, tutti accomunati dalla capacità di creare ponti fra opinioni divergenti, relazioni fra gruppi che non ne hanno. Come ai tempi della Democrazia Cristiana quando, a Roma e in Italia, i pontieri mediavano fra le diverse correnti – Mariano Rumor fu uno dei massimi espoenti mediando fra dorotei e morotei – così alcuni cardinali possono svolgere oggi la medesima funzione in chiave ecclesiale, unendo fra anime di stile contrapposto.
Uno di questi, fra i più ascoltati in Italia, è l’ex presidente della Cei Gualtiero Bassetti, ultraottantenne. Poche ore fa, non a caso, è uscito allo scoperto per rassicurare tutti che «sarà un conclave breve». Sabato, infatti, durante i funerali di Francesco, Bassetti ha visto «una bella unità intorno alla figura del Papa che ha consegnato la sua anima a Dio». E ancora: «Non abbiamo ancora iniziato le riunioni ma intanto ho avuto anch’io questa impressione. Sarebbe importante, non solo per la Chiesa».
Bassetti ai tempi della presidenza della Cei operò per sanare le fratture esistenti dopo anni difficili. La conferenza episcopale era spaccata in due, da una parte i fedelissimi di Ruini, il presidente di una Chiesa italiana fortemente identitaria, dall’altra chi spingeva per una ventata di novità e per una comunità ecclesiale meno politicizzata. Bassetti lavorò con discrezione, portando l’episcopato alla nomina del suo successore, il papabile Matteo Zuppi. Senz’altro Bassetti saprà valorizzare lo stesso Zuppi in vista del conclave. Anche se, più che fare un nome, lavorerà per creare unità attorno a una figura che rappresenti una reale continuità con Francesco. Il rischio, infatti, è che si facciano avanti figure solo sulla carta di continuità. Mentre all’opposto serve chi sinceramente abbia intenzione di portare avanti i tanti processi di riforma aperti da Francesco.
Non solo Bassetti, al lavoro per creare unità e consenso ci sono anche altre personalità. Una di queste è il cardinale Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, veneto come il suo conftaello Pietro Parolin. Fra i due c’è grande sintonia, e senz’altro per quest’ultimo Gugerotti si spenderà in vista del conclave. E poi Marcello Semeraro. Prefetto delle Cause dei Santi, è diventato prossimo a Bergoglio quando era vescovo di Albano e il Papa lo chiamò come segretario del Consiglio dei cardinali incaricato di coadiuvarlo nel governo della Chiesa. Semeraro è sempre stato ascoltato da Francesco e ha un suo peso nel collegio. Sulla carta potrebbe essere eletto, ma è probabile che, vista la sua frequentazione romana e i tanti contatti creati nel lavoro del Consiglio dei cardinali, sarà ascoltato soprattutto come suggeritore. Da Semeraro, fra l’altro, negli ultimi anni si sono rivolti tutti i vescovi e i cardinali che hanno cause di beatificazione e canonizzazione in corso, divenendo su quel tema già un punto di riferimento.
La Messa del giorno di Pasqua è stata affidata da Francesco al cardinale Angelo Comastri, ex vicario generale della Città del Vaticano. L’affidamento della celebrazione più importante per la Chiesa cattolica è stato un segnal non da poco, a indicare che anche lui, ultraottantenne, potrà in questi giorni fungere da perno per i molti che ancora sono spaesati perché provenienti da diocesi lontane. Comastri è stato presidente dell’organizzazione del Giubileo del 2000 in Italia. Ha attraversato con ruoli di responsabilità tutte le recenti stagioni della Chiesa cattolica. Ha attraversato anche momenti difficili per la Chiesa sempre restando al suo posto. Figura spirituale, durante il Covid presiedette la recita del rosario in diretta su Tv2000. Anche lui ha contatti in tutto il mondo e potrebbe spingere per una continuità con Francesco che porti all’elezione di una figura spirituale, come era il Papa argentino.
Da ultimo il cardinale Robert Francis Prevost. Prefetto dei vescovi, il 69enne cardinale statunitense, di Chicago, non figura tra le prime righe dei papabili ma la sua voce avrà un peso in ogni caso. Ha un profilo defilato, discreto, e ha maturato un’importante esperienza pastorale in anni di attività missionarie e di gestione di diocesi e seminari in Perù. Per questo è in grado di far convergere consensi di diversa provenienza, soprattutto fra cardinali difficilmente ascrivibili a qualche corrente. Incaricato di consigliare il Papa sulle nomine e anche presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, Prevost è il meno americano tra gli americani, ponte già da tempo fra Europa e Stati Uniti.
SEIDISERA
SEIDISERA 27.04.2025, 18:00
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