Dal 2015 la comunità evangelica della Heiliggeistkirche di Heidelberg, in pieno centro storico, organizza semestralmente dei “culti rock’n’pop”. Si tratta di celebrazioni liturgiche incentrate su artisti pop come i Beatles, Leonard Cohen, Madonna o ancora Michael Jackson.
È con i culti dedicati alla popstar americana Taylor Swift che il suo ideatore e promotore, il pastore Vincenzo Petracca, alias “DJ Pfarrer”, ha visto un successo di pubblico travolgente.
Ma in cosa consistono questi culti, come nascono e che effetto hanno? Siamo andati a trovare il “pastore DJ” a Heidelberg che dice: “L’idea è quella di ampliare lo spazio spirituale della nostra chiesa per raggiungere persone che altrimenti non raggiungeremmo. E questo è prezioso: l’occasione per me di raccontare loro qualcosa del messaggio cristiano e del suo significato”. Il pastore evangelico è convinto che per parlare di Gesù alle persone del nostro tempo, bisogna anche far parlare le musiche che ascoltano.
Da nove anni Vincenzo Petracca - che ha origini pugliesi e che ha alle spalle una conversione dal cattolicesimo al protestantesimo - è il titolare della Heiliggeistkirche di Heidelberg, in Germania, nota città universitaria e meta di milioni di turisti. La chiesa, ubicata sulla Marktplatz, è il luogo in cui nel ‘400 nasce la prestigiosa Università di Heidelberg, e dove nel ‘500 vede la luce il Catechismo di Heidelberg, cioè uno dei testi di riferimento della dottrina riformata.
Qualche mese fa il pastore Petracca era sulla stampa internazionale, perché nella sua chiesa si erano svolti ben due culti domenicali consecutivi con le musiche di Taylor Swift. I fan della postar, i cosiddetti swiftie, non sono mancati all’appello, e l’iniziativa del pastore Petracca ha visto subito il tutto esaurito: le 600 prenotazioni disponibili per il culto sono state raggiunte in un baleno, ma le richieste erano tante di più. Pertanto, lo stesso giorno è stato organizzato un secondo culto.
“La musica pop cristiana esiste già da tempo - spiega il pastore Petracca -. La nuova idea era di prendere la musica pop non cristiana e di integrarla nel culto. Abbiamo cominciato con musiche dei Beatles. L’intenzione era di provare se poteva funzionare un culto con dei loro brani cantati insieme alla comunità. E ha funzionato. Quindi abbiamo portato avanti questi progetti per diversi anni”.
L’anno scorso, quando Taylor Swift - con una frequenza ineguagliata rispetto ad altri artisti - aveva vinto per l’ennesima volta il Grammy Award per il miglior album, il pastore Petracca e la sua band hanno deciso di incentrare un culto proprio sulla popstar trentacinquenne, vincitrice di ben 14 Grammy Awards. “È risaputo che difende un certo cristianesimo politico; mi interessava capire come lo manifesta”.
Taylor Swift, tra le interpreti attualmente più in auge a livello mondiale, si dichiara cristiana anti-trumpiana, è favorevole al diritto all’aborto, difende i diritti degli omosessuali, è a favore dell’uguaglianza di genere e contro ogni violenza. Cresciuta dapprima nello Stato della Pennsylvania, in una fattoria con un vivaio per alberi di natale, a dodici anni si trasferisce con la famiglia nel Tennessee, nella cosiddetta Biblebelt, dove vige un clima intriso di cristianesimo conservatore. In quella società la religione è difficilmente separabile dalla politica. E questo - secondo il pastore Petracca - spiega anche la naturalezza con cui la cantante usa dei riferimenti religiosi nei suoi brani.
“Da un punto di vista teologico Taylor Swift fa continuo riferimento alla giustizia di Dio. La sua fede e la sua azione sono inseparabili. Nei suoi brani non teme di criticare un certo tipo di fede: la fede ipocrita a cui importa più dei dogmi rispetto all’umanità e all’amore. Come Heiliggeistkirche non possiamo che essere con lei. Noi siamo per una società aperta, contraddistinta dal rispetto e dalla valorizzazione di ogni essere umano”: questo è quanto il pastore DJ Vincenzo Petracca aveva dichiarato durante la sua predicazione sulla “Spiritualità di Taylor Swift”.
Ma in che misura siamo di fronte ad un’operazione di evangelizzazione? “Non si tratta di classici culti di evangelizzazione, come li conosciamo dagli Stati Uniti, per esempio, ma la nostra ambizione è in realtà quella di ampliare lo spazio spirituale della nostra chiesa, raggiungere persone che altrimenti non raggiungeremmo - dice Petracca, precisando -: Siamo dell’idea che ci sono domande alle quali, come chiesa, continuiamo ad avere risposte valide: da dove vengo? dove vado? qual è il senso della mia vita? che cosa mi dà forza nella sofferenza? che dire della morte, che dire dell’amore? Il problema è che molti dei nostri contemporanei non capiscono più le nostre risposte a queste domande, perché non parliamo più la loro lingua, non suoniamo più la loro musica, eccetera. C’è un deficit di comunicazione. E vanno costruiti ponti che possano colmare questo deficit. Siamo aperti, e quindi, diversamente dai metodi dell’evangelizzazione che hanno uno scopo ben preciso, ci basta vedere che le persone venute al culto si portino comunque qualcosa a casa”.
Il pastore Petracca con il suo team sta elaborando un nuovo concept per la Heiliggeistkirche di Heidelberg: “Vogliamo profilarla molto più che in passato come chiesa culturale e turistica. Nello specifico vogliamo creare una mostra permanente sulle tribune. L’Università di Heidelberg, la più antica università su suolo tedesco, venne fondata nella nostra chiesa. Per molti secoli le sue tribune hanno ospitato la prestigiosa Biblioteca Palatina, la più celebre biblioteca d’Occidente con manoscritti medievali molto noti. Ma, trafugata durante la Guerra dei Trent’anni, oggi fa parte della Biblioteca Vaticana. Invece, la Biblioteca Palatina era collocata qui nella nostra chiesa e per questo è nostra intenzione allestire una mostra, proprio qui dove si trovava. L’idea è quella di creare un concept di chiesa culturale in senso ampio. I nostri culti speciali, in questo quadro, hanno un ruolo decisivo di cerniera, poiché il cuore di una chiesa sono i culti e qui vogliamo unire cultura e culti. Abbiamo quindi intrapreso questo percorso e all’improvviso abbiamo avuto il vento in poppa con i culti dedicati a Taylor Swift”.
La comunità locale, gli habitué che ogni domenica vengono al culto, come stanno prendendo la popolarità di questi culti pop? “Grazie all’offerta culturale della Heiliggeistkirche abbiamo valorizzato l’immagine pubblica del nostro nucleo comunitario. Tra l’altro si sono anche aggiunti singoli individui, ma non per questo il nostro nucleo comunitario è cresciuto. C’è da dire che, in generale, in Germania le comunità ecclesiastiche stanno diminuendo. Siamo in un processo di trasformazione. Cioè, stiamo assistendo alla fine della Volkskirche, la chiesa di popolo, ed è in questo contesto che va anche inquadrato il nostro lavoro culturale. Cerchiamo nuove strade da percorrere in un’epoca in cui il numero dei membri di chiesa si riduce, ma siamo dell’opinione che ciò che abbiamo da dire non sia affatto superato e vogliamo far arrivare il nostro messaggio alle persone”. Il tramonto della chiesa di popolo, insomma, ha indotto un pastore pop a introdurre musica popolare nei culti come offerta indirizzata al popolo.