Esistono delle leggi morali universali e necessarie che definiscono cos’è giusto e cos’è sbagliato? Oppure le leggi esistono solo in quanto oggetti sociali creati dall’uomo? Uno dei principali dibattiti che, da Aristotele fino a oggi, ha dominato la filosofia del diritto vede contrapposte due concezioni antitetiche del diritto, il giusnaturalismo e il positivismo giuridico. Secondo il giusnaturalismo, esistono due specie di diritto: da una parte, il diritto naturale, cioè quel complesso di norme morali universali la cui esistenza è indipendente da quella degli esseri umani; dall’altra il diritto positivo, inteso come l’insieme delle norme create e imposte da un legislatore. Sempre secondo il giusnaturalismo, il diritto naturale è in ogni caso superiore a quello positivo, che nella migliore delle ipotesi tende al diritto di natura e nella peggiore se ne allontana radicalmente (si pensi ad esempio alle Leggi di Norimberga). Il positivismo giuridico, invece, non riconosce la distinzione tra diritto di natura e diritto positivo: tutto ciò che è diritto è per definizione positivo, cioè posto dall’uomo. Contrariamente al giusnaturalismo, il positivismo giuridico, che affonda le sue radici nell’empirismo logico del Circolo di Vienna, distingue in maniera netta questioni di fatto e questioni di valore: un conto è se una norma è valida all’interno di un particolare sistema giuridico, un altro è se tale norma è giusta o sbagliata.
Bobbio al di là degli steccati
Alphaville 09.01.2024, 12:35
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Uno dei protagonisti indiscussi della controversia tra giusnaturalismo e positivismo giuridico nel secolo scorso fu Norberto Bobbio. Nato a Torino il 18 ottobre 1909, Bobbio entrò presto in contatto con la filosofia neopositivista, abbracciando una concezione della filosofia, e di conseguenza della filosofia del diritto, intesa come analisi del linguaggio. Il suo saggio del 1950 Scienza del diritto e analisi del linguaggio segna, infatti, la nascita della filosofia analitica del diritto in Italia. In seguito alla diffusione dell’opera di Hans Kelsen negli ambienti culturali italiani, negli anni Bobbio continuò ad approfondire e a raffinare la concezione positivista del diritto, dando prova di estrema chiarezza concettuale e sviluppando un’analisi penetrante e ancora attuale del dibattito in opere come Giusnaturalismo e positivismo giuridico (1965) e Il positivismo giuridico (1979). Ma i temi e le questioni affrontate da Bobbio furono innumerevoli e la produzione scientifica sterminata (migliaia gli scritti tra saggi, articoli, recensioni, ecc.): studi storici su figure come Hobbes, Locke, Kant, Marx, Pareto, Gramsci, Carlo Cattaneo, e poi scritti teorici sulla democrazia liberale, sul socialismo, sulla democrazia procedurale, sul Marxismo, sulle ideologie politiche, sulla relazione tra intellettuali e potere, sulla guerra e sulla pace.
Norberto Bobbio ricorda Carlo Cattaneo
RSI Notrehistoire 23.12.1969, 09:39
Professore universitario a Camerino, Siena, Padova e infine a Torino, dove ha insegnato dal 1948 fino al 1984, Bobbio, che è considerato all’unanimità il più importante studioso italiano di diritto e di politica del secondo Novecento, è noto non solo per la sua feconda attività accademica ma anche per i suoi interventi nel dibattito pubblico e per la sua capacità di fondere impegno civile e analisi filosofica. Editorialista per La Stampa dal 1976, nominato senatore a vita nel 1984 da Sandro Pertini, Bobbio contribuì alla sensibilizzazione della popolazione in materia di diritto e politica, richiamando l’attenzione su concetti fondamentali come libertà, potere, democrazia e animando dibattiti pubblici sui più importanti temi dell’epoca (molti dei quali ancora attuali), dalla relazione tra politica e cultura alle differenze tra destra e sinistra.
Dossier: cos'è la destra, cos'è la sinistra
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