C’è la gestione delle relazioni tumultuose, il mantenimento della sanità mentale in mezzo al caos e la consapevolezza di sé dentro 52 Blue (2024 Humus Records), il primo album di Emzyg.
Figlio di un lavoro meticoloso e perfezionistico, 52 Blue è un viaggio creativo nato nella camera da letto della musicista e cantautrice Sersha Rafferty e sviluppato in gruppo; un disco indie rock psichedelico, dark e misterioso come l’oceano in cui nuota la balena che da il titolo all’album, la 52 Blue, unico cetaceo al mondo a cantare con una frequenza di 52 Hertz: «Ci sembrava misterioso e bellissimo, perché in un certo senso non può comunicare con nessun’altra» spiega Rafferty, intervistata da Sandra Romano, «Era un titolo speciale e unico, anche perché il disco contiene molti suoni che ricordano un po’ il canto di una balena, o forse anche il suo pianto quando cerca la sua controparte. Era giusto per noi».

Il quintetto indie rock zurighese Emzyg porta in superfice un suono riverberato, figlio di tantissime ore trascorse in una stanza diventata santuario, tra candele, incensi e grovigli di cavi. È musica suggestiva resa ancora più ipnotica dalla ripetizione, dai registri orientaleggianti delle chitarre e da una voce così sussurrata e schiacciata nel mix che sembra esoterica.

Sandra Romano con Sersha Rafferty (Emzyg)
Con Sersha Rafferty compiamo una riflessione sulla condizione dei musicisti indie nel nostro paese: «In Svizzera siamo dei privilegiati: trovi sempre un modo per ottenere soldi e sopravvivere, ma non è così nel resto del mondo. In Australia ho avuto la sensazione che ci fossero più opportunità di fare musica. È difficile parlare per tutti. Si dice che devi andare in America se vuoi crescere come band, però lì ti trovi tra mille che lottano per un solo posto».
