Quando i fandom spostano montagne. Inquadriamo il fenomeno: si tratta di comunità di appassionati e supporter di un personaggio, un film, un libro, una serie tv, un videogioco, una band musicale o qualsiasi altro tipo di prodotto culturale.
Il termine deriva dall’unione delle parole fan (da fanatic: ovvero fanatico, ossessionato) e dal suffisso -dom (come in kingdom: regno). Si può quindi definire approssimativamente come "regno degli ossessionati"
Le persone che fanno parte dei vari fandom interagiscono tra loro, si organizzano e contribuiscono attivamente al loro sviluppo ed espansione. Si tratta di un fenomeno sociale che, in diverse forme, fa parte della quotidianità di molti individui nel mondo. Esistono comunità enormi (spesso suddivise in sottogruppi) e anche più ridotte, legate a prodotti culturali di nicchia. E sono inquantificabili.
Ma dalle origini del fenomeno ad oggi, sono cambiate moltissime cose. Complici soprattutto internet e i social network.
Riavvolgiamo il nastro. Si inizia a parlare dei primi fandom strutturati negli USA negli anni ‘30, quando le prime riviste di fantascienza (come per esempio “Amazing Stories”) giocano un ruolo fondamentale nella nascita di queste comunità. Queste riviste iniziano infatti a pubblicare gli indirizzi dei lettori, mettendoli in contatto. Gli appassionati si incontrano e fondano poi dei fanclub sempre più grandi, arrivando ad organizzare, nel 1939, il primo Worldcon: la fiera mondiale della fantascienza.
Si sviluppano poi anche fandom che supportano cantanti e band musicali. Un esempio iconico è sicuramente quello dei Beatles: negli anni ‘60 la Beatlemania, un nome coniato dalla stampa dell’epoca per definire un reale fenomeno sociologico, dilaga tra milioni di persone nel mondo.
E poi c’è la sfera dello sport, dove (soprattutto a partire dal 21esimo secolo) i tifosi si strutturano in movimenti organizzati che incidono sempre più sulle decisioni dei club o dei singoli sportivi.
Negli anni ‘90 arriva lui: internet. E qualche anno dopo, i social network. L’universo fandom cambia, si evolve, si espande e si specializza. Se in precedenza i supporter potevano solo incontrarsi o scriversi lettere, adesso possono interagire virtualmente, scambiarsi informazioni in tempo reale. Si creano quindi gruppi online, mailing list, webzine, blog. Utilizzatissimi dai fans per interagire sono Instagram, Tik Tok, Youtube, Twitter, Twitch, Tumblr. Citiamo ad esempio gli enormi gruppi di supporto che si sono sviluppati nel tempo come quello di Harry Potter, Star Wars, J.R.R Tolkien o la Marvel.
Insomma, i fandom oggi sono sempre più potenti. E influenti.
Sì, perché spesso non si limitano a seguire o sostenere un prodotto culturale, ma hanno un reale impatto su di lui. Riescono a spostare l’attenzione e a volte anche i soldi. L’industria dell’intrattenimento, ad esempio, osserva con attenzione questi gruppi. I fan delle serie tv possono riuscire ad anticipare le nuove puntate o a rivelare buchi di trama (dopo attente analisi degne del migliore Sherlock Holmes), costringendo gli sceneggiatori a rimediare. Le case di produzione investono molti soldi nella creazione di esperienze legate ai suoi prodotti, come parchi o negozi a tema, per soddisfare la richiesta dei fan.
Il caso dei BTS, la celebre boy band sudcoreana però, è sicuramente uno dei più rappresentativi. Il fandom dei BTS, conosciuto come ARMY, è diventata una sorta di organizzazione in grado di mobilitarsi e influire su più piani, addirittura quello azionario. Nel 2020 Big Hit (l’etichetta discografica che produceva i BTS), decide di quotarsi in borsa, vendendo al pubblico le sue azioni, che schizzano alle stelle. Anche la rete di fan, organizzandosi online, contribuisce in maniera massiccia a questa operazione. Sempre nel 2020, i BTS donano un milione di dollari a organizzazioni a sostegno dei diritti degli afroamericani (come “Black Lives Matter). ARMY raccoglie la stessa cifra in breve tempo, dimostrando la sua potenza di fuoco.
Un altro caso è quello legato ai milioni di fan della cantante statunitense Taylor Swift: gli Swifties. Nel 2018 l’artista vuole acquistare i diritti sulle registrazioni dei suoi brani, ma le condizioni sono sfavorevoli e la trattativa non avviene. Taylor Swift decide quindi, con una mossa che può apparire assurda, di riregistrare e ripubblicare i suoi album da zero. Nascono così le “Taylor’s version” e hanno un successo enorme. Soprattutto grazie agli Swifties che acquistano e streammano a più non posso le nuove versioni, abbandonando quelle originali. Insomma, sovvertono il sistema dell’industria musicale.
E poi i BTS
Rete Tre 03.01.2022, 10:40
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Pensiamo infine al mondo del calcio. Negli ultimi anni, l'influenza dei fandom sulle società calcistiche ha raggiunto un livello senza precedenti. Spesso hanno infatti un impatto diretto sulle decisioni che riguardano i club, per esempio sulla scelta delle maglie da indossare in campo. Si tratta di una pratica sempre più diffusa nel calcio moderno, adottata da squadre come il Manchester City, la Juventus o il Barcellona. Attraverso votazioni o sondaggi online, i tifosi diventano quindi parte integrante del processo decisionale del club.
Il mondo fandom incide sempre di più sul corso delle cose, sul destino dei prodotti culturali che sostiene. Viene da chiedersi quale sarà il limite, se ci sarà un limite. Se tutto quello che sta accadendo fa parte del gioco o se non sarebbe meglio supportare ciò che amiamo, lasciandolo vivere di vita propria e facendogli fare il proprio corso. . E il proprio successo.