Io credo che non sia normale, ma nemmeno corretto. È finito un ventennio di raccolta dati a strascico da parte dell’oligopolio tecnologico in cui la privacy l’abbiamo persa, diciamo, al giorno zero quando abbiamo creato un profilo perché il prodotto eravamo e tuttora siamo noi. Ora siamo nell’epoca delle leggi sulla protezione dei dati, quella europea quella svizzera, entrata in vigore proprio il 1.º settembre scorso e quindi mi sarei aspettato una maggiore attenzione perché i colossi informatici hanno i dati e corrono molto più velocemente di chi deve legiferare questo tipo di raccolta dati, perché è un po’ un tranello. Io mi sarei aspettato una procedura diversa. Del tipo: vai in questa pagina clicca in questo luogo così ti spieghiamo esattamente come utilizziamo i tuoi dati. Quindi il processo inverso, perché sarebbe stato molto utile per dare consapevolezza e responsabilità a tutti noi utenti, perché dentro questi dati si annidano grossi valori economici.
Alessandro Trivilini
«Stiamo aggiornando la nostra informativa sulla privacy mentre espandiamo l’IA di Meta»: avrete forse ricevuto anche voi questa email, se siete utilizzatori di Facebook o Instagram, i due social del gruppo Meta. E forse avrete ignorato la mail, come spesso facciamo con questo tipo di comunicazioni aziendali. La mail serve in realtà a comunicare che i nostri contenuti - i post - verranno utilizzati dal 26 giugno per addestrare l’intelligenza artificiale sviluppata da Meta.
La prima cosa che solleva perplessità è che per evitare che i nostri dati vengano presi dall’AI, non occorre esprimere un consenso, ma negare un assenso. Su questo aspetto e sui rischi dell’utilizzo dei nostri dati social da parte dell’AI Lina Simoneschi ha intervistato Alessandro Trivilini, esperto di sicurezza informatica, responsabile Servizio informatica forense della SUPSI e dello Sportello sulla Protezione dei dati del Canton Ticino.
I post di Instagram e Facebook in pasto all’intelligenza artificiale
Alphaville 12.06.2024, 11:45
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