L’ecosistema globale è sotto assedio da parte di un nemico silenzioso: le piante invasive. Queste specie estranee, trasportate dall’uomo o dall’ambiente, si diffondono rapidamente, minacciando la biodiversità e destabilizzando gli ecosistemi locali. Queste piante di tipo alloctono competono con le specie native per risorse come l’acqua, la luce solare e i nutrienti del suolo, mettendo a rischio la sopravvivenza delle piante autoctone.
C’è da considerare inoltre il cambiamento climatico che sappiamo anticipare sempre di più la fioritura. Secondo i dati di Copernicus, il marzo 2024 è stato il più caldo di qualsiasi altro marzo di tutta l’epoca misurata. Tra le piante che fioriscono in Svizzera in questo periodo c’è la mimosa, c’è la palma, c’è tra qualche mese anche la Butler, la cosiddetta pianta delle farfalle.
Cinquanta nuove specie invasive nella lista nera svizzera
Alphaville 12.04.2024, 11:45
Ai microfoni di Alphaville Mauro Togni, responsabile dell’Ufficio dei rifiuti e dei siti inquinanti, ci spiega “ Quello che succede è che queste specie che vengono da altrove, da oltreoceano, da luoghi discosti ma che hanno un clima simile al nostro, altrimenti non potrebbero attecchire, ebbene queste specie non trovano nessun tipo di contrasto, non hanno i loro nemici naturali qui e quindi si propagano in maniera incontrollata. Quello che sta succedendo, ad esempio con la palma di Fortune, che per anni è stata chiamata anche palma ticinese.”
Le palme creano gruppi molto densi nei boschi che soffocano la vegetazione indigena
Di conseguenza, si verificano squilibri nell’interazione tra le specie, compromettendo la stabilità degli ecosistemi e portando alla scomparsa di specie native e alla perdita di habitat cruciali per la fauna selvatica. “Le palme di Fortune” continua Togni “non hanno le caratteristiche che devono avere delle piante nei nostri boschi affinché questi abbiano la loro funzione di boschi di protezione. Mi spiego: se viene giù un sasso e c’è un faggio, il faggio riesce a frenare il sasso e a stabilizzare il terreno. La palma, invece, rischia di cadere o di fare addirittura l’effetto frusta, piegandosi e poi rimandandola indietro e dando ancora più energia a questo sasso rotolante. E poi può fare dei danni. Quindi queste specie saranno anche belle, ma non garantiscono la funzione, in questo caso del bosco di protezione. Quindi dobbiamo cominciare a contrastarli”. Il Consiglio federale ha infatti recentemente approvato una modifica sull’ordinanza sull’emissione deliberata nell’ambiente che ne vieta la messa in commercio dal 1° settembre. Alcune piante invasive possono anche alterare i cicli biogeochimici, influenzando la qualità del suolo e dell’acqua. Ad esempio, alcune specie possono aumentare l’erosione del suolo o alterare la chimica dell’acqua, mettendo a rischio la salute degli ecosistemi acquatici.
Combattere le piante invasive richiede un impegno concentrato a livello nazionale e globale. È necessario implementare strategie di gestione delle specie invasive, comprese misure di prevenzione, monitoraggio e controllo. Solo attraverso la cooperazione e la consapevolezza pubblica possiamo proteggere l’ecosistema da queste minacce e preservare la diversità biologica del nostro pianeta.