L’evoluzione è soggetta a una falsa credenza, ovvero che rappresenti un progresso lineare che conduce sempre a una realizzazione migliore. La scienza sta dimostrando che l’evoluzione non traccia un percorso di crescita lineare, ma rappresenta un procedimento fatto di continui imprevisti e di assestamenti, il cui intreccio ha fatto e continua a fare la storia.
Editoriale scienza ha appena pubblicato un libro dal titolo Ops! 20 imprevisti che hanno cambiato l’evoluzione e la storia, che racconta tutto ciò attraverso le parole e le immagini. Lo hanno scritto il filosofo ed evoluzionista Telmo Pievani e lo scrittore Andrea Valente, e lo ha illustrato Sualzo.
L’evoluzione è un albero e quindi procede per diversificazione, per ramoscelli che si separano da altri ramoscelli. Alcuni si estinguono, altri vanno avanti. Quando noi guardiamo uno scimpanzé non stiamo guardando un umano mancato, non stiamo guardando un nostro antenato più semplice stiamo guardando un cugino cioè un animale che ha avuto una storia parallela alla nostra, diversa dalla nostra che sta al mondo in un modo diverso dal nostro.
E perché è così? Perché appunto, l’evoluzione è piena di imprevisti. Pensiamo all’asteroide che colpisce la terra 66 milioni di anni fa, causando l’estinzione di quasi tutti i dinosauri che non avevano nessuna colpa, che stavano benissimo, ben adattati, e che da 200 milioni di anni dominavano completamente questo pianeta. Invece a un certo punto cambiano le regole del gioco e guarda caso, dopo questo impatto casuale di questo asteroide, l’evoluzione viene dominata dai mammiferi, cioè da noi, dai nostri antenati. Quindi noi non saremmo qui adesso se un asteroide non avesse a un certo punto colpito la Terra. Noi siamo figli di tutte queste svolte contingenti che ci hanno portato fin qui, ma la cosa importante è capire che l’evoluzione avrebbe potuto benissimo prendere anche altre strade, altre direzioni. (Telmo Pievani)
L’evoluzione, dunque, non procede per sostituzione ma per diversificazione: il valore di ogni adattamento non è assoluto ma dipende dal contesto e dalle circostanze. Il concetto di diversificazione è dunque alla base dell’evoluzione. Un altro aspetto importante è la flessibilità.
Ci sono delle specie che sono molto adattate al loro ambiente, molto specializzate. Sono per esempio quelle specie che si mimetizzano perfettamente con certe foglie, certi ambienti, oppure animali che si cibano soltanto di un particolare tipo di cibo. Non so i panda che mangiano soltanto un certo tipo di bambù. Questi sono adattamenti molto particolari. Noi li apprezziamo per la loro raffinatezza, ma in realtà rende queste specie più vulnerabili. Perché? Perché appena il mondo cambia, appena l’ambiente si trasforma sono le prime a essere in difficoltà. E invece quali sono le specie che dominano da più tempo la terra? Quelle più opportuniste, più flessibili. Pensiamo ai corvidi, ai gabbiani, ai roditori. Oppure ai topi, ma anche ai batteri. tutte forme di vita molto più basilari, se vogliamo, ma che in effetti dominano per più tempo. (Telmo Pievani)
L’evoluzione che non ti aspetti
Alphaville 05.11.2024, 12:35