L’adozione di una settimana lavorativa più corta, a parità di stipendio, sembra avere un impatto positivo non solo sulla vita dei lavoratori ma anche sull’economia. È quanto si evince dai dati che arrivano dall’Islanda, dove questo cambiamento avviato in via sperimentale nel settore pubblico tra il 2015 e il 2019 e poi allargato anche all’economia privata a partire dal 2020, ha visto la riduzione dell’orario settimanale a 35-36 ore per il 51% dei lavoratori del paese. A certificare la riuscita dell’esperimento è una ricerca condotta dal dipartimento di scienze sociali dell’università di Islanda.
Per capire quanto e come questo esperimento possa essere significativo ed esportabile anche in altri paesi interpelliamo Francesca Coin, sociologa ricercatrice e docente universitaria che si occupa di lavoro e diseguaglianze sociali, che nel 2023 ha pubblicato per Einaudi Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita.
Non solo i dati dell’Islanda ma i dati di tutte le sperimentazioni che in particolare dopo la pandemia sono state effettuate in diversi paesi europei mostrano questi benefici. Dopo il Covid, abbiamo visto appunto il caso dell’Inghilterra, il caso della Spagna, il caso del Belgio in cui la settimana corta è diventata legge, in tutti questi casi i dati mostrano grossomodo gli stessi risultati: crescita della produttività, crescita del benessere dei lavoratori, riduzione dell’impatto climatico infine crescita del fatturato che è un altro dato se vogliamo controintuitivo. (Francesca Coin)
La riduzione del tempo lavorativo a parità di stipendio è una prospettiva che molti Paesi stanno considerando e che sarà sempre più attuale in futuro. Gli esperimenti fatti in diversi campi e in particolare nella ristorazione dimostrano che questo sistema non intacca anzi aumenta il fatturato.
Le sperimentazioni sono interessanti perché consentono di adattare o di cercare una soluzione per la riduzione dell’orario di lavoro in ciascuna azienda in modo diverso a seconda delle esigenze. È stata testata la settimana corta nella ristorazione, che è un ambito aperto 7/7 da mattina a sera. I dati ci dicono che nel 70% dei casi avviene un aumento di fatturato, nel senso che le aziende sono costrette a ragionare sul lavorare meno e lavorare meglio.
Notevoli sono anche le ricadute positive in termini ambientali, perché spesso questo implica lavorare un giorno in meno alla settimana quindi con meno emissioni e meno spostamenti da parte dei lavoratori. E questo tipo di tendenza è perfettamente coerente con quelle che sono le esigenze del mondo contemporaneo. (Francesca Coin)
Economia: in Islanda la settimana corta funziona
Alphaville 12.11.2024, 11:30