Le luci scintillanti, l’albero addobbato, i camini accesi. Il periodo delle feste è magico, su questo non c’è dubbio. Tuttavia, le tradizioni che accompagnano queste festività variano da una cultura all’altra.
Ogni paese porta con sé incantevoli storie e leggende fantasiose, tramandate da secoli, che prendono vita alle porte dell’inverno. Persino all’interno dei confini della nostra piccola Svizzera, le tradizioni popolari sono numerose.
A dare inizio ai festeggiamenti è San Nicolao. In alcuni paesi del Nord Europa, i bambini aspettano con impazienza il suo arrivo già al 5 dicembre. In Belgio, ad esempio, la tradizione vuole che i più piccoli mettano le scarpe fuori dalla porta prima di andare a dormire e, se si sono comportati bene, le ritroveranno al mattino seguente piene di dolci e caramelle. In Olanda i regali vengono aperti al 6 dicembre, il giorno di San Nicola e, secondo una divertente usanza, dalla forma dei pacchetti non bisogna assolutamente far capire cosa ci sia all’interno, per questo si usa incartare i regali con sagome bizzarre, cercando di confondere chi lo riceve.
Nel cuore della Svizzera, a Friburgo, San Nicolao viene celebrato con grande ammirazione. Il patrono della città percorre le vie sul suo asinello, accompagnato da musica di festa e fiaccole scintillanti. La figura del Samichlaus (San Nicola) è al centro dei festeggiamenti di diverse località della Svizzera, in particolare della regione centrale. In molte cittadine è possibile incontrare questo anziano signore, con la barba lunga e vestito di rosso, intento a distribuire doni. Si trova spesso in compagnia di alcune figure, che variano da tradizione a tradizione. Solitamente ci sono personaggi che suonano dei campanacci, altri portano fiaccole e lanterne, ma quasi sempre al suo fianco si trova un asino. È infatti usanza consolidata lasciare fuori dalla porta una carota o della paglia per l’amico animale di San Nicolao e un bicchiere di vino e dei biscotti per lui.
La leggenda di San Nicolao
RSI Cultura 30.11.2021, 11:23
Anche in Austria San Nicola porta i doni ai bambini buoni, ma la particolarità è che è accompagnato dal Krampus, una spaventosa figura, un demone con grandi corna che punisce chi si è comportato male. Il 5 dicembre, giorno del Krampuslauf, le strade sono invase da questi inquietanti personaggi che indossano maschere spaventose e suonano grandi campanacci, creando un’atmosfera di paura e mistero.
È invece decisamente curiosa la tradizione iberica del Tió de Nadal, diffusa anche in Portogallo, che ha inizio l’8 dicembre: si tratta di un piccolo ceppo di legno addobbato con occhietti e naso. Ogni notte, fino alla vigilia, tutta la famiglia si prende cura di lui, coprendolo con una morbida coperta e dandogli da mangiare. Tuttavia, questa dolcezza è interrotta il 24 dicembre, quando si svolge un singolare rituale: il tronchetto viene “picchiettato” con dei bastoni per fargli espellere i regali, mentre viene esortato con delle canzoncine. Da questa tradizione, si è poi diffuso un dolce che ricorda proprio un tronchetto di legno e viene mangiato durante le feste natalizie, in particolare in Francia, la bûche de Noël.
Per il 12 dicembre torniamo in Svizzera, nella regione di Lenzburg, canton Argovia. Qui si celebra il Chlaus-Chlöpfe, una tradizione antichissima, che risale al Cinquecento e ancora oggi è molto sentita dalla popolazione locale. Gli abitanti durante questa festa scacciano i demoni e gli spiriti maligni a suon di frustate, che vengono fatte schioccare con grande forza. Un’altra leggenda racconta che il rumore assordante delle fruste serve a richiamare San Nicolao, che si era nascosto in una grotta dopo che i bambini lo avevano fatto arrabbiare.
In diverse parti d’Europa, si festeggia con grande trasporto il giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre. Questa festa celebra Lucia di Siracusa, rappresentata con una corona di candele sul capo, è venerata anche come la santa protettrice della vista e della luce. Santa Lucia è festeggiata soprattutto in Sicilia, suo luogo d’origine, ma non solo; nei paesi scandinavi questo giorno è molto importante, anche perché è uno dei culti celebrati dalla religione protestante.
Il Natale si avvicina, l’attesa si carica di emozione, e la vigilia diventa per molte culture il momento più magico e significativo delle festività. Sono infatti molte le famiglie, anche in Ticino, in cui i doni vengono portati da Gesù Bambino, proprio la sera del 24 dicembre.
In Polonia, il cenone della Vigilia inizia con l’apparire delle prime stelle nel cielo. Spetta ai bambini, scrutando fuori dalla finestra, il compito di annunciare l’inizio della festa appena avvistano la prima stella. Un’altra curiosa tradizione polacca vuole che a tavola si lascino sempre liberi due posti, uno per Maria e uno per Gesù, nel caso arrivassero all’improvviso (e il povero Giuseppe? - aggiungo io).
Poi arriva il Natale, la mattina del 25 dicembre i bambini si svegliano e sotto l’albero è successa la magia! Tutti scartano i regali che ha portato Babbo Natale nella notte, sfrecciando nel cielo a bordo della sua slitta volante trainata dalle renne. Che sia Babbo Natale o Gesù Bambino ad aver portato i doni, poco importa, ciò che più conta è che tutti festeggiano in compagnia dei propri cari.
Il Natale, cinquant’anni fa
RSI Cultura 23.12.1967, 09:50
Le festività natalizie sono un affascinante intrecciarsi di miti, riti religiosi e leggende meravigliose. Un’immensa varietà di tradizioni, uniche e originali, eppure accomunate da un elemento speciale: l’incanto che rende questo periodo dell’anno così importante per tutti.
La Svizzera stessa offre un panorama variegato di festività legate al periodo che anticipa il Natale, in cui ogni paese trova il modo di celebrare le proprie tradizioni e, soprattutto, stare insieme; perché in fondo, nonostante la grande diversità, ciascun paese offre una sfumatura unica di una festa che è universale e che ha un unico grande valore alla base: quella della condivisione.