Società

Le vele di Scampia

Da utopia negli anni ’70 a simbolo di degrado e fortino della camorra, ma c’è voglia di rinascita

  • Oggi, 07:46
Scampia
Di: Emanuela Musto

24 luglio, Scampia, Vela Celeste. Un forte boato e il conseguente crollo innescato dal cedimento di una passerella che collegava il corridoio esterno ad un’abitazione. Ne è conseguito il cedimento del terzo piano e poi a catena quello degli altri due. 2 morti, 13 feriti e 800 residenti evacuati. La Vela Celeste è una delle ultime rimaste in piedi nel noto quartiere di Napoli, dopo l’abbattimento effettuato in precedenza delle altre Vele, messo in atto per dare una sistemazione più dignitosa ai residenti e tentare di cancellare il marchio di Gomorra dal quartiere napoletano. Proprio ad aprile scorso era stato annunciato un piano di rigenerazione urbana da parte del sindaco Manfredi con una serie di lavori di riqualificazione che avrebbero riguardato la Vela Celeste.

Camorra e degrado urbano: al via la demolizione di una delle famigerate "Vele" di Scampia

Archivio RSI/ARi 20.02.2020, 12:15

Si torna quindi a parlare delle Vele di Scampia.

Le Vele sono un complesso residenziale situato nel quartiere Scampia di Napoli. Costruite tra il 1962 e il 1975, il progetto nasceva da una doppia emergenza sociale: il boom demografico e l’immigrazione interna che riversava migliaia di famiglie nelle città. Le Vele furono progettate dall’architetto Francesco Di Salvo con l’intenzione di creare una struttura residenziale che favorisse l’interazione sociale. Ispirate ai principi delle unité d’habitation di Le Corbusier, le Vele dovevano rappresentare una soluzione abitativa innovativa per una città in espansione. Di Salvo progettò l’impianto del rione in due tipi edilizi, a “torre” e a “tenda”. Il complesso delle Vele si contraddistingue dall’accostamento in sezione di due corpi di fabbrica lamellari inclinati, separati da un grande vuoto centrale e collegati attraverso dei lunghi ballatoi.  Le strutture prendono il nome dalla loro forma caratteristica che ricorda le vele di una nave. Nel progetto iniziale erano previsti centri aggregativi e spazi comuni, uno spazio di gioco per bambini e altre strutture collettive che sarebbero andate a creare un nucleo di socializzazione nel quartiere.

Nonostante le buone intenzioni iniziali, il complesso residenziale divenne ben presto sinonimo di degrado. L’assenza di servizi essenziali, la cattiva gestione e l’isolamento geografico contribuirono a trasformare le Vele in un’area problematica. Infatti, il 23 novembre del 1980 un forte terremoto sconvolse il sud Italia. Napoli, come altre città, ne fu molto colpita e gli abitanti dei quartieri storici popolari danneggiati occuparono le Vele, non ancora completate, prive di infissi, ascensori, acqua, elettricità e gas. Tra gli anni ‘80 e ‘90, la zona divenne un epicentro del traffico di droga e della criminalità organizzata, gestita principalmente dalla camorra. Questo ha portato a una stigmatizzazione dell’intero quartiere di Scampia, rafforzata anche dalla rappresentazione mediatica, come nella serie televisiva Gomorra.

Scampia, Napoli

Prima dell’uscita di Gomorra, Scampia era già tristemente famosa per essere una delle roccaforti della camorra, la mafia napoletana. Tuttavia, la serie ha amplificato questa immagine, rendendola ancora più radicata nell’immaginario collettivo. Molti spettatori di tutto il mondo hanno conosciuto Scampia esclusivamente attraverso le vicende drammatiche e violente narrate sullo schermo. Questo ha contribuito a consolidare un’immagine di degrado e pericolo, che spesso oscura le realtà quotidiane e le iniziative positive che esistono nel quartiere. Eppure l’effetto di Gomorra su Scampia non è stato solo negativo. Da un punto di vista economico, la produzione della serie ha portato investimenti nel quartiere. Le riprese hanno creato opportunità lavorative per molti residenti (sebbene temporanee) e hanno stimolato l’interesse turistico. Alcuni tour organizzati permettono ai visitatori di esplorare le location della serie, offrendo un’opportunità di sviluppo economico basato sul turismo.

Tuttavia, l’impatto sociale è stato complesso. Da un lato, la serie ha dato voce a un’area spesso ignorata, portando alla luce problemi reali come la povertà, la disoccupazione e la criminalità. Dall’altro lato, ha contribuito a stigmatizzare ulteriormente i residenti, molti dei quali si sentono etichettati ingiustamente come criminali o complici della camorra. Questo ha reso più difficile per le persone di Scampia ottenere lavoro fuori dal quartiere e ha alimentato pregiudizi contro di loro.

Nonostante le difficoltà, Scampia è anche un luogo di resilienza e rinascita. Diverse organizzazioni locali e gruppi di cittadini lavorano instancabilmente per migliorare la qualità della vita nel quartiere. Progetti educativi, iniziative culturali e programmi di riqualificazione urbana stanno lentamente cambiando la realtà di Scampia. La serie, pur presentando una visione oscura del quartiere, ha anche stimolato discussioni e azioni a livello locale e nazionale per affrontare i problemi evidenziati. La notorietà acquisita ha anche catalizzato alcune iniziative positive e ha portato alla ribalta il bisogno di interventi concreti per migliorare la vita dei residenti. Negli ultimi anni, infatti, è stato avviato un ambizioso progetto di riqualificazione che mira a demolire parte delle Vele e a riqualificare l’area con nuove infrastrutture e servizi. Questo piano, noto come Restart Scampia, prevede la demolizione di tre delle sette Vele originali e la ristrutturazione delle restanti. La demolizione delle prime tre Vele è avvenuta rispettivamente nel dicembre del 1997, febbraio 2000 e aprile 2003. L’obiettivo è trasformare l’area in un luogo vivibile e sicuro, con spazi verdi, scuole, centri culturali e strutture sportive.

Il progetto di riqualificazione non è privo di sfide. Le principali difficoltà riguardano la gestione del trasferimento degli abitanti, molti dei quali hanno vissuto nelle Vele per decenni. Inoltre, il progetto deve affrontare la necessità di superare la diffidenza e la sfiducia dei residenti, stanchi di promesse disattese. Nonostante queste difficoltà, i primi segnali di cambiamento sono già visibili, con la demolizione di alcune Vele e l’inizio dei lavori di costruzione delle nuove strutture.

Le Vele di Scampia rappresentano un caso emblematico di come un’area urbana possa cadere nel degrado, ma anche di come sia possibile la rinascita attraverso interventi mirati e partecipazione comunitaria. Se il progetto di riqualificazione avrà successo, Scampia potrebbe diventare un modello per altre periferie urbane italiane ed europee.

La vera sfida ora è sfruttare questa attenzione per portare cambiamenti duraturi e positivi in un quartiere che merita di essere conosciuto non solo per i suoi problemi, ma anche per la sua capacità di resilienza e la sua voglia di rinascita.

Scampia a parole tue

Laser 06.04.2020, 09:00

  • Alessia Rapone

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