Zurigo 1893. Anna Kuliscioff viene invitata dai delegati socialisti italiani al terzo congresso dell’Internazionale socialista e viene accolta come la moglie di Turati. Lei risponde: “Non sono la signora di nessuno, sono Anna Kuliscioff”. Sono parole che hanno superato l’arco del tempo e arrivano ancora oggi e suonano come un riscatto. Sono le parole scelte anche per il titolo del libro Non sono la signora di nessuno. Sul monopolio dell’uomo e la liberazione della donna di Anna Kuliscioff, volume appena pubblicato da Fuori scena, che raccoglie le testimonianze scritte e le riflessioni di questa donna e attivista politica importantissima nel Novecento.
Anna Kuliscioff si formò al Politecnico di Zurigo, dove erano ammesse le immatricolazioni femminili. Per espatriare dalla Russia serviva il consenso e la presenza del marito. In questo senso la frase “Non sono la signora di nessuno” ha un valore immenso, perché indica una sua scelta politica e privata molto sofferta. Anna Kuliscioff in effetti non aveva sposato Andrea Costa, che era il padre della figlia Andreina, dell’unica che ha avuto e non sposerà Filippo Turati che è il compagno di una vita. E quindi non è una frase polemica, ma è una frase che delinea la sua scelta di vita, cioè la totale autonomia femminile che doveva essere innanzitutto economica, ma anche intima, privata, igienica.
Fiorenza Taricone, professoressa ordinaria di “Pensiero politico e questione femminile” presso l’Università di Cassino e Lazio Meridionale, che ha scritto la prefazione al volume, sottolinea proprio questo aspetto.
Le donne avevano allora dei bisogni primari: mangiare e non morire di parto. Le rivoluzionarie condussero dunque anche una propaganda igienica. Anna Kuliscioff si laurea in medicina e non a caso studia le febbri puerperale per salvare la vita delle donne che partorivano in Russia in condizione miserrima.
Anna Kuliscioff è stata la signora dei poveri. Una delle sue intuizioni maggiori è stata quella di non isolare la questione della donna da tanti altri problemi sociali, ma appunto ricondurre questa condizione a una questione di giustizia, di uguaglianza molto più ampia.
Anna Kuliscioff: la signora di nessuno
Alphaville 12.11.2024, 11:45
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