Società

Patriarcato e violenza di genere

Alla base la volontà di dominio

  • 12.03.2024, 11:29
  • 12.03.2024, 12:02
I femminicidi in Svizzera uccidono più donne di fumo e alcool

I femminicidi in Svizzera uccidono più donne di fumo e alcool

  • Reuters
Di: Red/M.C. Fornari 

A fronte di un moltiplicarsi, che sembra inarrestabile, della violenza sulle donne la società si interroga sgomenta alla ricerca di una spiegazione. Sul banco degli imputati è il patriarcato: una visione autoritaria, gerarchica, dominatrice dei rapporti tra maschile e femminile, che sopravviverebbe anche nella nostra epoca e ovunque.

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Violenza domestica secondo il sesso e l'età

  • UST - Ufficio federale di statistica

«L’Ufficio federale di statistica svizzero sono anni che fa una distinzione tra i reati violenti e quelli in ambito domestico. Le cifre mostrano che nel 2022 la maggior parte degli omicidi, degli attacchi, ecc., sono stati commessi da uomini nei confronti di donne. La violenza sulle donne provoca più morti degli incidenti stradali delle malattie. È questo il dato che non bisogna assolutamente perdere di vista”, così aveva puntualizzato a Modem (21 novembre 2023) Gabriela Giuria Tasville, giurista, direttrice della Fondazione Azione Posti Liberi e attiva presso la Fondazione diritti umani.

Cristiana Ottaviano, intervistata per Laser da Franco Brevini, è docente di Sociologia della cultura all’università degli studi di Bergamo e si interessa anche di teatro. È convinta che il sapere accademico rischia a volte di essere troppo autoreferenziale. E che, ciò che viene raccolto attraverso la riflessione teorica e le ricerche sul campo, vada restituito ai più con modalità non solo comprensibili ma soprattutto emotive, suggestive, coinvolgenti e con linguaggi diversi, tra cui la poesia, l’arte e la musica. Il corpo in scena. Sul patriarcato ha detto:

«Noi siamo noi (e per noi intendo noi uomini, noi donne tutte: le soggettività) siamo dentro un sistema che è un sistema di tipo gerarchico. Un sistema che decide che qualcuno sta sopra e qualcuno sta sotto.
E per definizione la gerarchia è violenta. Per cui se stiamo dentro un sistema che gerarchizza le persone chi è al comando, o pensa di essere al comando, pensa di essere superiore, è chiaro che eserciterà se non una vera e propria violenza dominio costrizione discriminazione nei confronti degli altri soggetti.
Quello che è il modello forse originario che appunto il maschile e femminile poi dà origine ad altri tipi di gerarchizzazione per cui storicamente le persone bianche sulle persone di altra pelle le persone abili nei confronti delle persone con diverse abilità e certamente anche gli uomini hanno esercitato e ancora esercitano dominio e discriminazione nei confronti delle donne».

Dunque il patriarcato, ciò che potremmo definire una sorta di “modello di organizzazione millenaria” è messo in discussione, in crisi, e oggi più che mai, non solo dal mondo dell’attivismo femminista. Lo confermano le parole di Gino Cecchettin:
«Sono i maschi che devono cambiare. Se non accetti il no di una donna, quello è patriarcato».
Così ha dichiarato ad inizio marzo, il padre di Giulia Cecchettin (la ragazza veneta di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato nel novembre 2023) in occasione dell’uscita del libro, che ha scritto insieme a Marco Franzoso. Una lunga lettera alla figlia dal titolo “Cara Giulia “(Rizzoli, 2024).

Ma che rapporto c’è tra femminicidio e cultura patriarcale, secondo Cristiana Ottaviano, docente Sociologia della cultura all’università di Bergamo?

«Allora il femminicidio dalle studiose e dagli studiosi viene considerato come la punta dell’iceberg. Proprio parlando del patriarcato come un humus culturale, possiamo leggere anche la violenza come un continuum, come qualcosa che attraversa le relazioni delle persone a più livelli, di cui appunto il femminicidio è soltanto una punta, una punta estrema. Quello che emerge, quello che emerge dalla cronaca».
E così continua la professoressa Cristiana Ottaviano, intervistata da Franco Brevini: «Io penso che esista una violenza diffusa nei rapporti e questo non solo nei rapporti maschi e femmine, ma anche esercitata dalle donne, esercitata dalle madri per esempio nei confronti dei bambini e delle bambine, esercitata dalle bambine e dai bambini nei confronti degli animali. Una sorta di catena della violenza dove chi si sente superiore esercita violenza nei confronti delle persone ritenute, o che lui o lei, considerano inferiori. Quindi è proprio una catena quella della violenza, che comincia forse da piccole cose, piccoli privilegi che i maschi hanno nei confronti delle femmine».

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  • iStock
  • Mattia Pelli

E a complicare ulteriormente le cose, va detto, ci sono i ruoli parentali tradizionali, in crisi da tempo. Si parla qui della messa in discussione della figura paterna. Il padre padrone l’abbiamo lasciato alle spalle, ma in crisi ora paiono entrambe le figure del riferimento parentale, perché le difficoltà dell’una comportano inevitabilmente il riposizionamento dell’altra.

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