Società

Ricordi le estati in colonia? 

Le colonie estive dei sindacati: un salto negli anni ‘60 grazie ai racconti d’infanzia di Loredana (classe 1956) e Tiziano (classe 1954)

  • 2 settembre, 14:09
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Colonia Marina Luganese, 1922

Di: Sofia Bertoli

Il sole, i compagni di giochi, la malinconia di casa.

Sono molti i ticinesi ai quali si risvegliano cari (e talvolta amari) ricordi, pensando alle estati passate in colonia. E se certamente è la montagna la meta prediletta delle colonie, fino a qualche decennio fa anche le località marine ospitavano centinaia di ragazzi ticinesi durante l’estate, soprattutto sulla costa adriatica. La salubrità dell’aria di mare era infatti considerata essenziale alle numerose attività all’aperto ed è per questo che alcuni enti sindacali e religiosi iniziarono a portare bambini e ragazzi a Igea Marina, Cesenatico, Rimini, solo per citarne alcune.

La Colonia Marina Luganese, nata originariamente con uno scopo assistenziale, organizza il primo soggiorno estivo a Venezia nel 1877.

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Colonia Marina Luganese, 1922

Con il passare degli anni, le colonie estive fioriscono e diventano un appuntamento fisso nell’agenda dei bambini ticinesi.

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Tra i numerosi enti organizzatori, una particolare importanza ce l’hanno i sindacati; le loro colonie nascono con l’idea di fornire alle famiglie dei lavoratori un’opportunità di riposo e svago, oltre che quella di aiutare i lavoratori prendendosi cura dei bambini durante l’estate, quando le scuole sono chiuse.

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La colonia ticinese di Igea Marina, archivio storico OCST

Molte delle colonie sindacali hanno festeggiato proprio negli ultimi anni il secolo di vita, a dimostrazione di un impegno che dura da tempo e che ancora di questi tempi è certamente essenziale. Si pensi in particolare al valore pedagogico, sociale, ma anche culturale che oggi, al termine delle vacanze estive, vale la pena ricordare.

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  • iStock

C’è da dire che la colonia non è però per tutti sinonimo di allegria e spensieratezza; la malinconia di casa e un’atmosfera poco rilassata, spesso contribuiscono ad alimentare l’idea della colonia come un luogo tutt’altro che felice. Per alcuni, le settimane trascorse lontano sembrano essere interminabili.

Cantavamo tutti in coro “Domani vado a casa! A casa! A casa!”; per molti di noi il ritorno a Lugano era il momento più felice.

Loredana, classe 1956, ha trascorso la maggior parte delle sue estati da bambina proprio in colonia, passando proprio da Albenga e Igea Marina. I suoi racconti non nascondono una certa amarezza, quando ripensa a quei giorni.

Eravamo dei piccoli Balilla” racconta Loredana “tutti con le cuffiette gialle uguali, per riconoscerci.
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Colonia marina ad Albenga, archivio storico OCST

Anche Tiziano, nato nel 1954, ricorda le colonie in cui è stato, tra cui proprio quella di Igea Marina. Come loro, molti altri ragazzi trascorrevano anche un mese intero lontani da casa e dagli affetti.

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Igea Marina, 1959

Potevamo fare il bagno solamente per cinque, dieci minuti al massimo. Poi ci richiamavano con il fischietto e via! Dovevamo uscire di corsa dall’acqua, altrimenti erano guai!
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Estati a Riccione, archivio storico OCST

Insomma, gioie e dolori, tra i ricordi d’estate. Certo, l’esperienza della colonia è un fatto tutto individuale, perciò ogni singolo bambino avrebbe tanto da raccontare ripensando a quei giorni, che comunque nascondono sempre un qualcosa di magico, impresso nella memoria d’infanzia.

Ricordo che non c’erano conchiglie su quelle spiagge. Nemmeno una. Ma noi trovavamo comunque dei piccoli tesori. Passavamo il tempo a raccogliere i vetrini portati dal mare, che con tutti quei colori ci sembravano bellissimi.

Una cosa rimane: la straordinaria capacità dei bambini di adattarsi e trovare il bello ovunque siano. Ed è forse questo uno dei principali insegnamenti della colonia.

Con il passare del tempo, le colonie si sono evolute, adattandosi ai cambiamenti sociali ed economici. Negli anni ‘70 e ‘80, con l’aumento del benessere e delle possibilità di vacanza individuali, l’importanza delle colonie organizzate dai sindacati – in particolare quelle residenziali – è in parte diminuita, anche se continuano a rappresentare un capitolo importante nella storia del movimento sindacale e del welfare svizzero.

Negli ultimi anni, invece, stiamo forse assistendo a un’inversione di rotta, perché le colonie estive (e certamente non solo quelle di natura sindacale) rappresentando un fondamentale appoggio per le famiglie che sempre più necessitano di qualcuno che si occupi dei propri figli durante il periodo estivo. Sono migliaia i ragazzi che ogni anno scelgono di frequentare colonie e centri diurni, sia per esigenza sia per interesse. Oggi, sulla scia di popolarità, si sono moltiplicati gli enti che organizzano soggiorni giovanili e ne abbiamo davvero per tutti i gusti: qualsiasi sport o interesse trova il suo spazio in un corso estivo, a conferma del fatto che l’estate ticinese era ed è tutt’oggi, indissolubilmente legata al mondo delle colonie.

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