Gestire i propri capelli ogni giorno non è facile per una donna, e i grovigli non sono il nostro unico problema. Negli ultimi anni le acconciature sono diventate sempre più una questione politicizzata e “razzializzata” su cui ci si aspetta che le donne abbiano una posizione. Se da un lato alcuni sostengono che quando donne bianche (ma anche uomini) portano determinate acconciature si tratti di appropriazione culturale, dall’altro lato alle donne nere viene chiesto di mostrare fedeltà alla propria etnia mantenendo i capelli naturali.
Questo dibattito è fortemente sentito, soprattutto in America, perché in passato donne e uomini neri sono stati fortemente criticati per i loro capelli e hanno dovuto sopportare provocazioni e insulti riguardo al loro look naturale essendo tacciati di essere poco professionali, di essere sporchi. Oggi il movimento sociale incoraggia le donne nere ad essere orgogliose dei loro capelli naturali, e sono in molti a notare come la politica sui capelli stia rapidamente diventando un problema che esacerba il divario razziale. In un’era in cui mescolare, abbinare e prendere in prestito sono elementi fondamentali della moda in tutto il mondo, un’era in cui si cerca di enfatizzare la nostra comune umanità la tematica delle acconciature afro è estremamente attuale. Ma per capire a pieno questo dibattito bisogna rendersi conto che dietro ai capelli afro si nasconde un fortissimo simbolismo.
Per secoli le comunità nere di tutto il mondo hanno creato acconciature uniche che hanno spesso suscitato curiosità e interesse. Queste acconciature risalgono al mondo antico e continuano a farsi strada attraverso le conversazioni sociali, politiche e culturali che circondano l’identità nera oggi.
Ma cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlando. Con appropriazione culturale intendiamo l’adozione, solitamente senza riconoscimento, di indicatori di identità culturale associati o originari di comunità minoritarie da parte di persone o comunità con status relativamente “privilegiati”. Questo termine viene di solito utilizzato quando gli occidentali adottano elementi di un gruppo emarginato per essere “alla moda”, ma senza riflettere sugli aspetti culturali.
Un esempio concreto è quello di Kim Kardashian, che ha indossato le trecce Fulani in numerose occasioni definendole “trecce Bo Derek”. Bo Derek, una donna bianca, indossava questa acconciatura nel film “10” del 1979 e nel 1980, People Magazine ha attribuito a Derek il merito di averli resi una “mania interculturale”. Ma People Magazine e Bo Derek non sono riusciti a capire la storia dietro questa acconciatura.
Le trecce Fulani provengono dal popolo Fulani o Fula dell’Africa occidentale. Allora i capelli giocavano un ruolo significativo nella cultura e nella società africana e venivano usati per identificare lo status sociale, la religione, l’età, lo stato civile e il clan di appartenenza. Queste acconciature venivano addirittura tramandate da generazione in generazione. Quando le donne africane furono portate in America durante la tratta degli schiavi, le loro teste furono rasate per spogliarle della loro identità, umanità e culturale. Una volta negli Stati Uniti queste donne iniziarono a adottare stili di acconciature più semplici e facili da gestire. Queste nuove trecce sono diventate più funzionali e hanno persino sviluppato un nuovo livello di importanza.
Carnevale e appropriazione culturale
RSI Cult+ 02.03.2022, 01:00
Gli schiavi usavano le loro trecce come forma di comunicazione per trasmettere messaggi sulla libertà all’insaputa dei loro padroni, alcune acconciature venivano addirittura usate come mappe per indicare le strade da percorrere e dove fermarsi nella fuga dalla schiavitù. Dopo l’abolizione della schiavitù nel 1965, le donne nere iniziarono ad abbandonare le trecce e le treccine per lisciarsi i capelli e omologarsi maggiormente agli standard di bellezza dell’America bianca. Il modo in cui le donne nere vedevano i propri capelli cambiò negli anni ’60 con il Black Power Movimento che incoraggiò i neri ad abbracciare le proprie radici e la cultura africane. Negli ultimi 60 anni i capelli neri sono diventati un simbolo di amor proprio e perseveranza, motivo per cui alcune persone nere si arrabbiano quando una persona caucasica indossa acconciature che hanno radici profonde in Africa solo per moda e non per identità o per necessità.
A questo punto ci sono due correnti di pensiero. La prima sostiene che quando le donne non nere indossano trecce e treccine, rimuovono inconsapevolmente il significato culturale che vi è dietro e travisano il modo in cui le persone dovrebbero vedere le donne nere quando indossano acconciature simili. E nonostante le persone bianche si approprino culturalmente delle acconciature nere, i neri stessi sono ancora oggi giudicati per aver rivendicato la propria identità culturale. I capelli afro hanno creato stereotipi dannosi che hanno indotto le persone a fare supposizioni imprecise su ciò che ritengono “accettabile”.
Eppure ci sono anche persone che pensano che politicizzare la questione dei capelli sia sbagliato. Per secoli le donne hanno combattuto per la libertà di fare le proprie scelte anche sull’abbigliamento e le capigliature. Sarebbe quindi discutibile dettare degli standard su come le donne debbano apparire oggi. È importante che la concezione della bellezza di una donna non sia dettata dalla società, bianca o nera, femminile o maschile per evitare di costruire muri che dividano.

Accusati di appropriazione culturale
Telegiornale 28.07.2022, 22:00