Società

Spazi e cultura indipendenti in Ticino: facciamo il punto

Dall’esperienza de “La Straordinaria - Tour Vagabonde”, il dialogo tra istituzioni e associazioni culturali si fa più vivo nel luganese. Il capo dicastero cultura Roberto Badaracco: «La volontà politica non è universale, esistono ancora pregiudizi diffusi»

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La "Straordinaria - Tour Vagabonde" alla Gerra a Lugano

La "Straordinaria - Tour Vagabonde" alla Gerra a Lugano

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Di: Red. 

Vi ricorderete senz’altro quando, nel 2023, Lugano ospitò La Straordinaria - Tour Vagabonde presso lo sterrato della Gerra. Un’esperienza unica nel suo genere che offrì un vasto programma di attività culturali (poesia, cinema, concerti e molto altro), così come un luogo d’incontro e di condivisione culturale, artistica e umana per molte persone. Gli oltre trentamila partecipanti nei tre mesi di attività permisero di fare emergere la chiara necessità di investire anche a Lugano nel settore della cultura indipendente. Fu così che nacque la Carta della Gerra, un «documento che propone una riflessione rispetto all’urgente necessità di spazi, di sostegno e, più in generale, al riconoscimento del ruolo che ha la cultura indipendente» sul territorio ticinese e non solo.

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Ad oggi, in quale situazione si trova il settore della cultura indipendente in Ticino? Le istituzioni si sono mobilitate in questo senso, traendo spunto dalla Carta della Gerra? Ad Alphaville, su Rete Due, Roberto Badaracco, capo dicastero della cultura della città di Lugano, e Noah Sartori, co-presidente dell’associazione Idra e promotore della Straordinaria-Tour Vagabonde di Lugano, hanno fatto il punto della situazione.

«Io penso che La Straordinaria abbia dato il via ad un percorso importante che è stato iniziato proprio con la collaborazione delle istituzioni con i rappresentanti delle associazioni culturali, compresa anche Idra. Inizialmente ci siamo concentrati sulla necessità di esaminare internamente sia gli spazi che le modalità di assegnazione e tanto altro ancora. Questo percorso si è concluso con una prima mappatura, chiamiamola così. In un secondo tempo abbiamo chiamato in causa gli esponenti delle associazioni culturali, ai quali abbiamo esposto le nostre idee e proprio assieme consensualmente siamo giunti alla conclusione di sviluppare un tavolo di lavoro comune sul quale riflettere in maniera congiunta, cioè fare un percorso comune di sviluppo e di arrivo a quello che noi speriamo che sia la presentazione di proposte concrete che si attueranno verosimilmente con un messaggio in Consiglio comunale. Quindi sarà il legislativo della città ad esprimersi sul principio della cultura indipendente e sulla necessità di assegnare spazi e anche di mettere a disposizione dei fondi per realizzare questi propositi».
Roberto Badaracco, capo dicastero della Cultura della città di Lugano

«Sicuramente possiamo dire che sembra esserci la volontà da parte degli enti pubblici di fare qualche passo nella nostra direzione. Tant’è vero che si sta lavorando con l’Osservatorio culturale del DECS e con il gruppo di lavoro, formato per volontà del Municipio, per trovare delle soluzioni che possano risolvere i quesiti posti dalla Carta della Gerra. C’è da dire, però, che nei primi incontri i rappresentanti della cultura indipendente sono stati chiamati unicamente ad ascoltare le proposte già immaginate dall’amministrazione cittadina sul tema degli spazi. Non è stata tanto una discussione orizzontale dove potevamo portare anche noi le necessità della cultura indipendente. Nell’ultimo incontro c’è stato sicuramente un cambio di rotta, nel senso che sembra che il lavoro si stia riposizionando in una maniera più orizzontale tra i funzionari della città e i rappresentanti della cultura indipendente. Speriamo che si possa andare avanti in in questa direzione. Dobbiamo dire che, sul piano concreto, in quest’ultimo anno non abbiamo ancora visto risvolti, perché paradossalmente nell’ultimo anno la città ha fatto delle scelte diverse».
Noah Sartori, co-presidente dell’associazione Idra

Sartori si riferisce in particolare alla liberazione degli spazi di Villa Florida, che erano stati prima concessi a Sonnenstube - una realtà indipendente che valorizza le arti visive - ma poco dopo a loro revocati, costringendo così l’associazione a trovare soluzioni nel privato, con i costi che naturalmente ne conseguono. O alla questione del Lido San Domenico, altro punto di riferimento importante per la cultura indipendente che è stato salvato per merito del sostegno popolare. Oppure, ancora, all’imminente chiusura del Morel, luogo che ha ospitato diversi artisti a costo zero e che fra poco dovranno trovare altre, più dispendiose, soluzioni.

Badaracco sottolinea che i luoghi che sono stati chiusi erano per la maggior parte immobili privati che il Municipio ha dovuto chiudere per imposizioni dall’alto. Ciò che è davvero importante è riconoscere che ci sia un concreto bisogno di spazi dedicati alla cultura indipendente. Su questo punto, sia le associazioni che le istituzioni sono d’accordo: «Quello che sta facendo la Città di Lugano, e in particolare il mio Dicastero, è individuare degli spazi inutilizzati per poterli concedere alla cultura indipendente. Noi investiamo molte risorse in questo senso, ma poi bisognerà comunque creare un consenso politico trasversale che ne permetta la realizzazione», aggiunge Roberto Badaracco.

«Al momento si sta parlando tanto della questione degli spazi che sicuramente è fondamentale e non a caso è espressa al punto uno della Carta della Gerra. Però, per la scena indipendente, è estremamente importante che la considerazione che si dà sull’importanza degli spazi venga accompagnata da tutti quelli che sono gli altri punti della Carta della Gerra. Quindi, appunto, in materia di finanziamenti dei quadri legali che possano tutelare l’esistenza e il proseguo di questi spazi, dei sistemi di assegnazione degli spazi di finanziamenti più chiari e più trasparenti. Sono tutte questioni citate all’interno della Carta della Gerra. Noi, in quanto realtà indipendenti, abbiamo bisogno di risposte anche su questi temi. Quando si parla di “cultura indipendente” nella maggior parte dei casi si parla di professionisti nell’ambito culturale. Quindi è chiaro che la visione attorno agli spazi deve assolutamente essere accompagnata da un processo di finanziamento e di tutela giuridica di questi spazi. È importante dare uno sguardo d’insieme sulla questione».
Noah Sartori, co-presidente dell’associazione Idra

A rendere più complesso l’agire politico sono le diverse posizioni sulla questione. Roberto Badaracco sottolinea che, nonostante la maggior parte dell’agone politico ne riconosca la legittimità e la necessità, esistono ancora persone che trattano in maniera troppo semplicistica e pregiudicata i protagonisti della cultura indipendente ticinese. «Da parte nostra - continua Sartori - c’è un’apertura nei confronti della politica istituzionale attraverso un lavoro di sensibilizzazione su tutti i piani politici. A luglio abbiamo organizzato un incontro aperto a tutti/e i/le consiglieri/e comunali per affrontare i temi che concernono la cultura indipendente e per fare chiarezza sulla natura di questa forma d’espressione. Mi sembra peccato ci siano ancora delle resistenze quando a chiedere riconoscimento è un’intera comunità di individui».

24:14

Spazi e Cultura indipendente nella Svizzera italiana

Alphaville 24.01.2025, 12:35

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