Le note di Grândola, vila morena del cantautore José Afonso (il canto antifascista per antonomasia, proibito dal regime si Salazar per lunghi anni) trasmesse venti minuti dopo la mezzanotte del 25 aprile 1974 dalla Radio Renascença (la radio della chiesa portoghese) sono il segnale che la liberazione è alle porte.
A sancire la vittoria saranno, all’indomani della rivoluzione, i versi di Sophia de Mello Breyner Andresen: «Questa è l’alba che stavo aspettando / Il primo giorno intero e pulito / In cui emergiamo dalla notte e dal silenzio. / E liberi abitiamo la sostanza del tempo».
La letteratura fiorita intorno la Rivoluzione dei Garofani
Alphaville 25.04.2024, 11:30
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Il 25 aprile 1974 il Portogallo si libera dal cosiddetto Estado Novo (Nuovo stato), il regime fondato decenni prima dal dittatore António de Oliveira Salazar. La rivoluzione è stata possibile grazie all’immenso movimento di popolazione, innescato da un colpo di stato militare e rafforzato dalla partecipazione civile, Colpo di stato che rappresenta una rottura radicale con il passato e la liberazione da decenni di abusi.
La dittatura
Nel 1926, mentre le ondate fasciste si diffondevano in tutta Europa, la democrazia portoghese fu soffocata da un colpo di stato nazionalista. Nel 1933, Salazar, economista, ardente cattolico ed ex ministro, creò un regime corporativista reazionario e ottenne il pieno potere. Il Portogallo rimase formalmente una repubblica. Tuttavia, la svolta autoritaria cambiò sostanzialmente tutto, a cominciare dall’esistenza indiscussa di un partito unico, l’Unione Nazionale (União Nacional) e della polizia segreta, PIDE (Polícia Internacional e de Defesa do Estado de Defesa do Estado) il cui compito era quello di reprimere l’opposizione. Il motto “Dio, Patria e Famiglia” fu la sintesi dei concetti politici della dittatura, concetti attorno ai quali Salazar cercò di unire ideologicamente la società civile portoghese, imponendo valori tradizionali non negoziabili e bloccando le istanze di modernizzazione.
Le forze di liberazione
Il malcontento, però, durante gli anni della dittatura continua a crescere, a causa delle repressioni e della povertà generata delle campagne coloniali promosse da Salazar con grande dispendio di uomini e risorse. Nasce così il Movimento delle Forze Armate (“Movimento das Forças Armadas”, MFA), promosso dall’aggregazione di gruppi di soldati progressisti: un gruppo interno all’esercito nazionale, composto da sensibilità diverse ma unanime attorno a tre rivendicazioni: democrazia, decolonizzazione, sviluppo (descolonizar, democratizar, desenvolver).
L’aperta ostilità contro il regime si trasforma presto in un’azione di rovesciamento totale. Il golpe inizia nelle prime ore del 25 aprile 1974. Soldati fedeli al regime vengono arrestati in tutto il paese, mentre le truppe regolari guidate dai giovani capitani Salgueiro Maia e Otelo Saraiva de Carvalho si dirigono verso la capitale , occupando il fulcro e il polo infrastrutturale. La gente a Lisbona scende spontaneamente nelle piazze e nelle strade, offrendo il sostegno e assicurando il successo del piano. Il testo diffuso quel giorno dai militari annuncia: «Il Movimento delle forze armate, che ha appena portato a termine la missione civica più importante degli ultimi anni, proclama alla nazione la sua intenzione di completare un programma di salvaguardia per il Paese e di restituire al popolo portoghese le libertà civili di cui è stato privato».
Il simbolo
All’evento epocale del 25 aprile 1974 è associato un simbolo speciale: i fiori rossi che i cittadini regalano ai soldati al loro arrivo nella capitale, mettendolo nelle canne dei fucili. Il garofano diventa così l’emblema di un’azione militare incruenta e pacifica, che prende il nome appunto di Rivoluzione dei garofani (Revoluão dos cravos).
Quando la Musica fece la rivoluzione
Voi che sapete... 25.04.2024, 10:00
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