Staffieri, un cognome appartenente ad una famiglia patrizia di Bioggio dalla metà 1300, oggi portato con orgoglio dal discendente Giovanni Maria, il cui amore profondo per il suo territorio lo ha spinto lungo il corso di sessant’anni a ricercare minuziosamente e poi custodire documenti ed oggetti che testimoniassero lo stretto legame che esiste con la terra a cui appartengono. Un ricchissimo materiale d’archivio costituito da monete antiche, libri rari, documenti e manoscritti preziosi, costituendo negli anni una delle collezioni private più importanti della Svizzera italiana. Nato a Sorengo nel 1944, Staffieri per molti anni é stato attivo come libero professionista a Lugano e, nel contempo, ha coltivato le sue grandi passioni da bibliofilo e collezionista, diventando membro di numerosi comitati e associazioni, tra cui ad esempio il Circolo Numismatico Ticinese. Nel corso del tempo ha poi pubblicato studi storici (spesso ispirati da oggetti provenienti dalla sua stessa collezione) e ha anche preso parte alla realtà politica del Canton Ticino nelle fila dell’Unione Democratica di Centro; partito che grazie al suo invidiabile fiuto si arricchì anche di un’importante memoria storica grazie ad esempio alle carte di famiglia che documentano proprio l’iter cantonale del partito, che vennero poi studiate dagli storici e infine cedute all’Archivio di Stato ticinese.
Giovanni Maria Staffieri
RSI Cultura 28.10.2015, 06:01
Contenuto audio
Giovanni Maria Staffieri durante la sua vita ha dunque costituito una delle collezioni private più importanti della Svizzera italiana, contribuendo a salvare dalla dispersione e dall’oblio numerosissime testimonianze del nostro passato, siano esse monete di epoca alessandrina o codici medievali, armi, fogli volanti, autografi dannunziani e persino interi archivi, senza dimenticare le numerosissime rarità librarie raccolte.
Proprio relativo a questo ultimo ambito, la Biblioteca Salita dei Frati di Lugano ha accolto un’esposizione (visitabile sino al 30 novembre) ideata a partire da uno dei possibili filoni offerti dalla Collezione Staffieri, quello delle stamperie attive tra XVIII e XIX secolo “ai margini d’Italia”, come recitava una formula di successo suggerita dallo storico, professore e scrittore Raffaello Ceschi e poi incarnata da un studio fondamentale di Fabrizio Mena -già docente al Liceo Lugano 2 e dottore in storia- dedicato alla nascita dell’editoria nella Svizzera italiana, studio omaggiato implicitamente dalla mostra stessa.
Un’esposizione nella quale, oltre ai materiali che delineano il percorso delle stamperie in Ticino, si possono ammirare anche alcuni dei pezzi di maggior prestigio della collezione di Giovanni Maria Staffieri, come gli Statuti di Blenio risalenti al 1499 o una rara copia dell’atto di mediazione; una collezione di importanza civile -come afferma lo storico Pietro Montorfani, responsabile della Biblioteca Salita dei Frati di Lugano- poiché «se dal privato passa al pubblico, diventa importante per l’intera cittadinanza”.
Archivio Staffieri
Cristina Savi 16.11.2024, 19:00