Documentario prodotto da James Cameron, Arnold Schwarzenegger e Jackie Chan, “The Game Changers” racconta l’ascesa dell’alimentazione vegetale nel mondo dello sport professionale, tra scienze rivoluzionarie, salvaguardia dell’ambiente e storie di lotte e trionfi. Un viaggio che vuole rivalutare idee obsolete sul cibo nel mondo dello sport e non solo.
In ambito sportivo, è stato uno dei documentari più discussi di questi ultimi anni ed è ritornato alla ribalta ultimamente sulla piattaforma Netflix.
The Game Changers racconta la vera storia di James Wilks, un lottatore MMA che dopo un infortunio grave, che lo ha costretto a interrompere l’attività agonistica, decide di andare alla ricerca della migliore dieta per recuperare il prima possibile e tornare sul ring.
E il suo percorso lo porta a scoprire che giocatori professionisti di football, sollevatori di pesi, campioni di corsa e altri sportivi hanno tratto enormi benefici dal veganesimo; un tipo di alimentazione non così immediatamente associato all’attività sportiva.
“Si può fare?” si chiede Wilks. Nel suo viaggio incontra medici, atleti e nutrizionisti cercando di sfatare diversi miti sulla necessità per chi pratica sport a livello professionistico di orientarsi verso una dieta onnivora e, soprattutto, carnivora. Nel documentario viene mostrata anche come l’associazione carne-forza fisica-mascolinità sia frutto di strategie di marketing che risalgono a diversi anni fa, che non corrispondono (in toto) agli effetti reali che gli alimenti animali hanno sul corpo umano. Al contrario, il beneficio di prediligere cibi vegetali donerebbe all’organismo più equilibrio, prestanza e costanza. Un percorso avvincente - dal punto di vista puramente registico - che ci porta a spasso tra proteine, carboidrati, vitamine, resistenza agli sforzi, analisi di ogni tipo e che arriva alla conclusione che non solo si può optare per una dieta vegana come sportivi professionisti, ma che è la migliore opzione possibile.
In questo articolo ci asterremo dall’analizzare la posizione che prende il documentario, su cui il mondo del nutrizionismo si è già espresso in diversi modi (e tutto è facilmente reperibile online); quello che ci interessa è valutare se, da un punto di vista “amatoriale”, sia un prodotto che riesce a catturare l’attenzione e a porre l’accento su uno sguardo altro sul modo di concepire l’alimentazione sportiva. E la risposta è un deciso sì.
The Game Changers, probabilmente, non porterà calciatori delle leghe ticinesi, ciclisti della domenica e corridori per passione a cambiare radicalmente la propria dieta, ma costruisce pezzo su pezzo un’alternativa di informazioni interessanti, mostrate con semplicità e capacità di coinvolgimento. Non bisogna essere addetti al settore per comprendere che il documentario è “di parte”, ma il suo miglior pregio è quello di mantenere un equilibrio sostanziale che permette di vedere i vantaggi (o meglio, le cose positive) del veganesimo nello sport, senza essere (troppo) militante.
È comunque un prodotto che schiera pezzi da novanta come Arnold Schwarzenegger, Lewis Hamilton, Nova Djokovic e atleti meno conosciuti (ma decisamente vincenti) come Scott Jurek (ultramaratoneta che ha percorso l’Appalachian Trail correndo per 80km per 46 giorni consecutivi), Patrik Baboumian (“l’uomo più forte del mondo” capace di sollevare 555 kg), Dotsie Bausch (ciclista americana indoor salita su un podio olimpico a 39 anni) e Nate Diaz (ultimate fighter che ha sconfitto Conor McGregor). Per non parlare dei molti esperti in ambito medico che si avvicendano davanti alla videocamera (tutti vegani). Ma tenuto conto di questo, il lavoro procede con una narrazione dove a farla da padrone non è la soluzione a tutti i costi, ma la presentazione di una o più problematiche con un’alternativa ben servita sul piatto.
Certo, in maniera molto “americana”, The Game Changers gioca molto sulla dicotomia tra eccesso di carne e dieta vegetale, tra atleti intenti a mangiare da KFC o altre catene di fast food e altri che hanno scoperto nella plant based la dieta migliore possibile, tra enormi bistecche rosse e frutta e verdura. Se, quindi, nei toni, il documentario riesce a mantenersi tutto sommato equilibrato, nella forma in cui viene presentato cerca comunque di trovare una spettacolarizzazione del discorso. Viaggia su una sottile linea, ma riesce abilmente a non cadere nell’attivismo, per restare in ambito informativo, pur scivolando ogni tanto nell’affidabilità scientifica dei test presentati a favore dell’effetto sorpresa. È il caso, ad esempio, di tre prestanti giocatori di football che sottoposti a tre tipologie di diete per una settimana (vegana, onnivora, carnivora) analizzano le proprie erezioni notturne, scoprendo che l’alimentazione vegetale è un toccasana anche da quel punto di vista. Divertente e di impatto, ma niente ci viene detto sulla storia clinica e sulle altre abitudini di vita dei soggetti testati.
Il tutto, oggi come oggi, è comunque a portata di un clic e quindi non ci sentiamo di dire che questo sia a prescindere un difetto di The Game Changers. Ciò che questo documentario porta, di sicuro, allo spettatore, è un accresciuto bisogno di consapevolezza della propria alimentazione e degli effetti che ha sul proprio corpo. Ecco, quello che sicuramente rimane alla fine della visione del documentario è un sano bisogno di acquisire altre informazioni, pareri e opinioni, su cui ovviamente la consulenza di specialisti diventa necessaria. E se questo può portare lo spettatore a interessarsi delle proprie condizioni fisiche e della propria alimentazione, al di là di prese di posizione ideologiche, possiamo dire che The Game Changers centra perfettamente il suo obiettivo. E che obiettivo…
Una bella storia tutta ticinese quella dell’Iron man Carmelo Díaz del Moral raccontata a Il gioco del Luca di Rete Tre, che va oltre lo sport: un progetto di beneficenza che lo vede padrino, la scelta ponderata della sua dieta e la musica preferita durante le sue attività.
Iron Man
Il gioco del Luca 09.09.2023, 15:00