"La montagna è un luogo libero: non si può vietare a qualcuno di camminare fuori dai sentieri e allo stesso modo non è possibile vietare la pratica del fuoripista". Monica Walter, dell’Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (UPI) non ha però dubbi: "Questo non significa che non sia pericoloso".
Il cosiddetto freeride è praticato in Svizzera da migliaia di persone e in molti casi si rivela addirittura una manna per le località sciistiche. La pratica non manca però di far discutere, soprattutto alla luce degli incidenti. Gli ultimi proprio questo fine settimana ad Airolo-Pesciüm, dove snowboarder che si trovavano fuori dalle piste battute hanno provocato due slavine. I danni, fortunatamente, sono stati contenuti.
Liberi di scivolare in neve fresca, dunque, ma questo non significa che non vi siano regole: “Come in ogni ambito – spiega ancora Monica Walter – ognuno è responsabile delle proprie azioni”. In caso di incidente, per chi lo ha causato potrebbero dunque esserci conseguenze penali o civili.
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Da sapere
Dal sito dell'UPI: Se a causa della valanga vi sono persone che non solo vengono messe in pericolo, ma vengono addirittura ferite o muoiono, sono presenti i presupposti dell’omicidio colposo (art. 117 CP) o delle lesioni colpose (art. 125 CP). Il presupposto per una condanna per delitto colposo è tra l’altro sempre la violazione dell’obbligo di diligenza.
Dal Quotidiano:
Neve, valanghe e sicurezza
Il Quotidiano 05.02.2017, 19:00
CSI delle 18.00 del 05.02.2017 – Servizio di Daniela Giannini
RSI Info 05.02.2017, 18:08
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