La malavita, in Italia, è arrivata a controllare circa 5'000 esercizi pubblici. E’ l'allarmante dato che emerge dal nuovo rapporto relativo al 2019 pubblicato dall’Osservatorio delle agromafie, legato a Coldiretti, che monitora il fenomeno segnalato in crescita.
Ieri infatti, lunedì, la Guardia di Finanza della capitale italiana ha sequestrato 4 tra bar e ristoranti a Roma per un valore di circa 5 milioni di euro. I locali erano tutti appartenenti “a una medesima società”. I finanzieri hanno pure scoperto “che dietro alla società si celava il nome di un noto personaggio legato ad un clan camorristico e già finito in manette per riciclaggio. I 4 esercizi pubblici altro non erano che lavanderie per denaro sporco”.
La criminalità organizzata e la camorra, sottolinea Coldiretti, approfittando della crisi penetrano in modo massiccio e capillare nell'economia legale ricattando con l'usura o acquisendo direttamente o indirettamente gli esercizi in Italia e all'estero. Un pericolo aumentato con la crisi di liquidità generata dall'emergenza coronavirus che di fatto ha reso più vulnerabili molte strutture economiche a ricatti e forme di usura.
Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti precisa che: “il volume d’affari complessivo della criminalità organizzata nell’agroalimentare in Italia è valutato in circa 24,5 miliardi di euro con un dato che risulta essere in crescita”. Ma non solo la ristorazione è nelle mire della malavita. Anche la campicoltura, l’ortofrutticolo, i trasporti, l’allevamento, la distribuzione. La filiera agroalimentare è diventata un vero e proprio affare per la criminalità che la usa “soprattutto per ripulire denaro sporco derivante – aggiunge Bazzana – da attività criminali”.
RG/AV/Swing