Gli psicologi psicoterapeuti dal 1° luglio del 2022 potranno esercitare a titolo indipendente a carico dell’assicurazione malattia obbligatoria, a condizione che sia rilasciata una prescrizione medica. Lo ha deciso il Consiglio federale per fare in modo che le persone con problemi psichici possano accedere in modo più semplice e rapido alla terapia. Gli psicologi attendevano la novità da decenni. E così anche tantissimi pazienti: si stima che fino a un terzo della popolazione svizzera ogni anno sia confrontata con una malattia psichica (quelle più frequenti sono depressioni, ansie e dipendenze) che nella maggioranza dei casi deve essere trattata.
Fino all’entrata in vigore della riforma gli psicologi psicoterapeuti continueranno ad esercitare sotto la sorveglianza di un medico, secondo il modello della delega. In seguito potranno intervenire su prescrizione (rilasciata da un medico di base o da specialisti in psichiatria) a titolo indipendente, a condizione che siano in possesso della relativa qualifica e di un’autorizzazione cantonale all’esercizio della professione. Un po' come, ad esempio, succede nel campo della fisioterapia.
Il cambiamento di rotta permetterà di superare le difficoltà di accesso alle cure per i bambini, gli adolescenti nonché gli adulti in situazioni di crisi e di emergenza. “Sarà così possibile evitare terapie di lunga durata e cronicizzazioni”, spiega in una nota il Governo. Per evitare un aumento ingiustificato del volume delle prestazioni, ciascuna prescrizione medica permetterà di sottoporsi ad un massimo di 15 sedute e che dopo 30 sarà necessario un accordo con l’assicuratore per poter proseguire la terapia.
I calcoli della Confederazione portano a ritenere che le casse malati dovranno farsi carico di fatture oggi pagate direttamente dei pazienti per circa 100 milioni di franchi. Sul lungo periodo l’atteso aumento del volume delle prestazioni rispetto a oggi genererà un aumento dei costi annui di circa 170 milioni.
Nicola Gianinazzi: ottimo compromesso
"È un ottimo compromesso". Il giudizio è del membro del comitato dell'Associazione svizzera delle psicoterapeute e degli psicoterapeuti e delegato per la Svizzera italiana Nicola Gianinazzi, che ha accolto la decisione del Consiglio federale con sollievo e anche un po' di stupore. "La pandemia ha portato a capire che c'è un'urgenza", ha spiegato ai microfoni della RSI. La novità ha una portata non indifferente. "Uno psicoterapeuta, indipendente con esperienza, non dovrà più farsi assumere o restare alle dipendenze di uno psichiatra - sottolinea -. Per i pazienti invece vuol dire che non dobbiamo sempre specificare che dovranno pagare una parte dei costi di tasca propria. Un discorso difficile e sgradevole per tante famiglie".