Julieta: un nome, una donna, il titolo del film di Pedro Almodóvar in concorso a Cannes 69.
Nel ritratto di Julieta (Adriana Ugarte da giovane, Emma Suarez in età matura), nel racconto di una trentina d’anni della sua vita, si rivela ancora una volta tutto l’amore del regista spagnolo per le donne e per la vita, nella sua affascinante e ineliminabile difficoltà.
La storia parte dal presente: Julieta sta per trasferirsi in Portogallo con il suo compagno ma l’incontro con un’amica della figlia la induce a restare a Madrid. Sulle parole di una lettera che inizia a scrivere alla figlia Antia inizia un flashback (un espediente un po’ banale, ma che alla fine funziona) che ci racconta di come si innamorò del padre della ragazza, di come egli morì e della fuga della figlia avvenuta 12 anni prima. Si accavallano i ricordi e le emozioni: passione, amore, gelosia, perdita, depressione, rinascita e sconfitta. Su tutto vince un senso di colpa che sembra essere ereditario e di nuovo il dolore. Ma passando attraverso la disperazione forse si può iniziare a ricostruire: a Sonogno dove Antia vive con tre figli.
Julieta da giovane (Adriana Ugarte)
Proprio la rivelazione geografica è la sopresa più grande della trama se la si guarda dal nostro paese:
il primo indizio è la presenza di Antia a Como, dove va a fare spese ("abita in Svizzera, ma là tutto costa troppo", si dice nel film);
la prova invece arriva poi dall'indirizzo del mittente su una lettera, che indica per l'appunto la località dell'alta
Valle Verzasca.
Nell'RG Almodovar a Sonogno (Rete Uno 18.5.2016)
RSI Info 18.05.2016, 02:55
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Almodovar e Sonogno nel Club (Rete Tre 17.5.2016)
RSI Info 18.05.2016, 02:54
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Il passare del tempo è scandito dai riferimenti cinematografici: la “muy guapa” (è il commento di uno studente di una lezione di filosofia di Julieta) Kim Basinger per indicare gli anni Ottanta, la locandina di Winter’s Bone per far capire che siamo nel 2010.
Julieta è interpretata da Emma Suarez
C’è anche l’attrice feticcio di Almodóvar Rossy De Palma in una parte spigolosa come il suo volto. E non manca nemmeno un riferimento letterario: quello ai racconti di Alice Munro a cui il regista spagnolo si è ispirato.
Ai giornalisti presenti alla proiezione stampa sulla Croisette, al posto del pressbook è stato consegnato un portachiavi-usb a forma di cuore, che il marito di Julieta si tatua sul braccio con le iniziali della donna e della figlia. Forse un augurio per non perdere la direzione dopo avere attraversato l’avvolgente e complesso mondo almodovariano.
Francesca Felletti
CSI delle 18.00 del 18 maggio 2016; il servizio di Francesca Calcagno
RSI Info 18.05.2016, 18:12
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Quotidiano del
La Sonogno di Almodovar
Il Quotidiano 18.05.2016, 19:00
TG 20 del
Il ventesimo film di Almodovar
Telegiornale 18.05.2016, 20:00