Cultura e spettacoli

Il bilancio di Cannes

Prima dei premi ripercorriamo le opere più convincenti del concorso

  • 22 maggio 2016, 12:24
  • 5 settembre 2023, 22:57
I, Daniel Blake di Ken Loach

I, Daniel Blake di Ken Loach

  • festival-cannes.com

Famiglia, inganno, senso di colpa: sono i temi intorno a cui ruotano i film in concorso di questa 69esima edizione del Festival di Cannes. Una competizione ricca di generi: commedia – nera, dell’assurdo, romantica - erotico, biografico, horror, ghost story, giallo, thriller; di delusioni da autori noti; di sorprese rispetto alle aspettative.

Se il pubblico di critici e giornalisti ha giustamente apprezzato sopra a tutti la comicità eccentrica e corrosiva di Tony Erdmann della tedesca Maren Ade sul complesso rapporto fra un padre fallito e burlone e la figlia top manager che lavora per importanti multinazionali, con risate fragorose a scena aperta (in particolare per il party svestito organizzato per errore dalla donna); e la lotta malinconica compiuta dalla protagonista di Aquarius del brasiliano Kleber Mendonca Filho: unica inquilina a rifiutarsi di vendere l’appartamento in cui abita per la costruzione di un nuovo complesso edilizio.

Cosa piacerà alla giuria presieduta da George Miller? Sicuramente, essendo tutti i giurati registi attori e produttori di livello, un film importante sia per la trama, sia per lo stile registico, sia per la capacità degli interpreti.

Le immagini tratte dai film più convincenti

La Palma d’oro di chi scrive va a I, Daniel Blake di Ken Loach che ci regala l’ennesimo ritratto di vinti che non piegano la testa, e lo inscrive nella descrizione di un sistema sociale, quello inglese, dalla burocrazia labirintica, assurda e inefficiente. Un film imperfetto (a tratti retorico, con un finale declamatorio) che trova comunque la sua forza nella sincerità e aderenza di Loach al mondo dei più deboli e alle vittime di ingiustizie.

Gran premio della giuria a Forushande di Asghar Farhadi per il gioco di rimandi fra teatro cinema e vita e per la storia di una coppia che si trova a confrontarsi con un drammatico imprevisto attraverso il quale scoprirà di non conoscersi come pensava.

Migliore regia a Cristi Puiu per Sieranevada, dove la macchina a mano che si muove incessantemente fra i vari personaggi – familiari e amici che partecipano alla cerimonia di commemorazione del pater familias appena mancato – e i lunghi piani sequenza sono funzionali alla narrazione di drammi familiari e di idee politiche.

Nel ventaglio delle opere più riuscite è doveroso citare anche Mademoiselle di Chan Park Wook.

Migliore attrice potrebbe essere l’intensa Sonia Braga del già citato Aquarius, migliore attore il Joel Edgerton di Loving.

Ma fra poche ore sapremo il responso dei giurati…

Francesca Felletti

Dal TG12.30:


Cannes, giorno di premiazioni

Telegiornale 22.05.2016, 12:30

Commento pre-palmares di Cristina Trezzini (Rete Due 22.5.2016)

RSI Info 23.05.2016, 23:42

www.rsi.ch/cannes2016

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