Il servizio nel radiogiornale su Inside Out
RSI Info 20.05.2015, 01:27
Non ce ne vogliano gli altri titoli ma c’è un solo film fenomenale tra quelli visti fin qui al Festival di Cannes e è passato fuori concorso.
L’animazione digitale Inside Out della Pixar, firmata da Pete Docter, già regista di un altro capolavoro presentato a Cannes, Up, alza l’asticella della creatività narrativa a livelli eccelsi.
Il film entra nella testa di una undicenne. Tra tante risate e invenzioni buffe riesce a trasformare in qualcosa di comprensibile – e in entertainment di livello altissimo – la cosa più complicata che ci sia: la mente umana.
John Lasseter, produttore e condottiero pixariano da vent'anni almeno (il suo Toy Story è del 1995) dice che sono state svolte ingenti ricerche per presentare ciò che scienza e psicologia sanno su emozioni, ricordi e sul funzionamento della mente.
Nascono cinque personaggini interiori: gioia, gialla, tristezza, azzurra, disgusto, verde, rabbia, rosso, paura, viola, che dalla consolle nel cervello della ragazzina Riley governano la sua interazione con il mondo.
Pete Docter
Ne esce un'opera da guardare a qualsiasi età, per capire di sé e degli altri cose semplici e complesse insieme. Per il regista Pete Docter "è stato tutto complicato e il lavoro più grande nel film è stato semplificare la materia. Non tanto per i bambini, che la capiscono bene, ma per gli adulti".
Se un marziano arrivasse dallo spazio e chiedesse una definizione di creatività e talento, Inside Out sarebbe una risposta sensata.
Marco Zucchi
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Dal TG20:
Cannes entra nella mente di una undicenne
Telegiornale 19.05.2015, 20:00